Carlo Alberto secondo la Neue Rheinische Eitung

La Neue Rheinische Eitung, il giornale redatto da Karl Marx a Colonia, il 12 agosto 1848, dette un giudizio severissimo su Carlo Alberto. Lo riportiamo di seguito.

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Tra i principi italiani il nemico principale della libertà italiana è stato ed è Carlo Alberto. Gli Italiani avrebbero dovuto ad ogni ora ripetere e tenere in considerazione il detto: “Dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io!”. Di Ferdinando di Borbone non c’era da avere gran paura: da molto tempo egli era ormai smascherato. Carlo Alberto, invece, si faceva esaltare come la “Spada d’Italia”, come l’eroe il cui brando avrebbe rappresentato la più sicura garanzia della libertà e dell’indipendenza d’Italia.

I suoi emissari sciamavano per tutta l’Italia settentrionale e lo dipingevano come l’ultimo uomo che avrebbe potuto salvare e che avrebbe effettivamente salvato l’Italia. Ma perché ciò divenisse possibile –essi dicevano – era necessaria la formazione di un regno dell’Italia settentrionale. Solo in tal modo egli avrebbe disposto del potere necessario non solo a resistere all’Austria, ma anche a cacciarla completamente dall’Italia. L’ambizione che lo aveva spinto a legarsi ai Carbonari che poi aveva pure tradito; questa ambizione era ora più che mai risvegliata e gli faceva sognare una pienezza di potere e una gloria, di fronte alle quali sarebbe ben presto impallidito lo splendore di tutti gli altri principi italiani. Tutto il movimento popolare dell’anno 1848, egli credeva di poterlo conquistare a beneficio della sua miseranda persona. Pieno di odio e di diffidenza contro gli uomini veramente liberali, egli si circondava di persone più o meno devote all’assolutismo e inclini a favorire le sue ambizioni di re. Alla testa dell’esercito egli pose de generali, di cui non doveva temere la superiorità intellettuale e le opinioni politiche, ma che non godevano della fiducia dei soldati e non possedevano talento per portare avanti con successo la guerra. Egli si faceva chiamare pomposamente il liberatore d’Italia, mentre a quelli stessi che egli avrebbe dovuto liberare imponeva come condizione il suo giogo. Le circostanze gli erano favorevoli come raramente avviene ad un uomo. La sua cupidigia, la sua brama di aver molto e, probabilmente tutto, gli ha fatto infine perdere anche ciò che egli aveva già conquistato. Finché l’annessione della Lombardia al Piemonte non fu completamente decisa, finché durò la possibilità di una forma di governo repubblicano, egli restò, nei suoi campi trincerati, immobile di fronte agli Austriaci, per quanto essi fossero allora relativamente deboli Egli lasciò Radetzky, d’Aspre, Welden ecc. conquistare una città ed una fortezza dopo un’altra nelle province venete: non si mosse. Venezia gli apparve meritevole del suo aiuto solo quando essa si rifugiò sotto la sua corona.

 

 

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Un pensiero su “Carlo Alberto secondo la Neue Rheinische Eitung

  • 20 Marzo 2020 in 20:58
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    I demeriti di Carlo Alberto erano assai più numerosi. Non era né un politico né un generale. Il suo esercito era come quello di Graziani.

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