Il Tercio di Napoli e la battaglia di Fleurus

Alla scoperta del Tercio di Napoli, facciamo un salto nel Seicento per raccontare la battaglia di Fleurus, episodio non trascurabile della Guerra dei Trent’anni.

Con i finanziamenti degli stati protestanti, Federico V del Palatinato assoldò tre eserciti nella primavera del 1622. Cinquantamila uomini marciarono sotto le sue bandiere, mentre i cattolici al comando del Conte di Tilly e di Gonzalo de Cordoba contavano su un numero di uomini parecchio inferiore. Nonostante ciò, le battaglie di Wiesloch, Mingolsheim, Wimpfen e Hoechst, nella Valle del Reno, sancirono il fallimento di Federico V, che sciolse il suo esercito. Gli armigeri protestanti entrarono quindi nei Paesi Bassi spagnoli per servire gli Olandesi.

Nelle Fiandre gli Spagnoli erano sotto il comando di Ambrogio Spinola che poteva ora rischiare di finire intrappolato tra due eserciti nemici. E’ in questo contesto delle operazioni belliche della Guerra dei Trent’anni che Cordoba intercettò il nemico a Fleurus. Lo scontro si accese il 29 agosto del 1622. L’esercito protestante tedesco al servizio delle Province Unite, guidato dal conte Ernesto di Mansfeld, si scontro con l’armata spagnola comandata da Gonzalo Fernandez de Cordoba, giovane nipote del Gran Capitano che doveva ancora mostrare d’esser degno di portare il nome del suo bisnonno (nome, in verità, che egli adottò in più tarda età giacché la sua consanguineità era di parte materna).

La disparità numerica delle forze in campo era sconvolgente. Gli spagnoli erano 8.000, i protestanti quasi il doppio. Furono cinque le ore della battaglia e lo scontro si risolse con una vittoria tattica per gli spagnoli, che inflissero una sconfitta indecorosa e perdite molto pesanti agli avversari. Si contarono più di 5.000 morti tra i protestanti che persero anche 18 stendardi e 11 cannoni contro le poco più di 1.000 perdite spagnole. Tra gli sconfitti si distinse Cristiano di Brunswick che riuscì, perdendo però un braccio, ad aprire un varco per la fuga dei Tedeschi che puntarono su Bergen op Zoom liberando la città olandese dall’assedio spagnolo. La vittoria spagnola salvò il Belgio tra i possessi imperiali nei Paesi Bassi e fu celebrata a Madrid da un dramma di Lope de Vega.

Al seguito di Cordoba si distinsero gli uomini delle 16 compagnie del Tercio di Napoli e le 14 del Tercio di Capua. In particolare gli uomini del Tercio di Napoli, comandati da Carlo Spinelli, erano veterani che avevano combattuto superbamente a Wimpfen, e Cordoba assegnò a questa formazione la posizione d’onore sulla destra, a cavallo della strada. Questi uomini, che arrivarono a Fleurus dopo una estenuante marcia attraverso il Lussenburgo e le Ardenne, si trincerarono con i fianchi coperti da foreste e boscaglia e resistettero ai cannoneggiamenti e a tre assalti protestanti fino a mezzogiorno, quando Mansfled ordinò una ritirata generale. Il giorno dopo, ritrovate le forze, Cordoba inviò la cavalleria all’inseguimento del nemico che, impossibilitato ad assumere una formazione difensiva, subì la disfatta.

 

Autore: Angelo D’Ambra

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5 pensieri riguardo “Il Tercio di Napoli e la battaglia di Fleurus

  • 30 Agosto 2016 in 10:14
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    Queste sono storie da raccontare. Non si conoscono i nomi dei napoletani e dei capuani?

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    • 21 Gennaio 2022 in 10:24
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      per un motivo molto semplice perchè sono catalogati dagli storiografi allo stesso livello di mercenari o di contractors, lo stesso per truppe italiane di Napoleone in Russia che gli salvarono la vita

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  • 7 Settembre 2016 in 14:45
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    La storia della Napoli spagnola è molto entusiasmante e poco conosciuta. La gente sa solo di Masaniello, ma dello splendore artistico e della grandezza militare nessuno sa niente.

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  • 28 Dicembre 2016 in 10:22
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    ¡Honor y gloria! Los soldados de las Españas son los gloriosos herederos de una tradición militar única en el mundo. Grandes.

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  • 21 Gennaio 2022 in 16:51
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    Alla difesa di Famagosta partecipò un pugno di ottomila uomini al soldo della Serenissima. Gli attaccanti turchi erano circa centomila. Delle truppe della Serenissima mi risulta non esserci stato superstite. Di quella eroica forza c’era una compagnia del Matese. Ignoro la quantità che certamente erano superiori ad una compagnia. Mi piacerebbe sapere se i coscritti sono ricordati nell’archivio storico di Venezia.
    C’è qualcuno che ne sa qualcosa. Esiste ancora un archivio storico a Venezia di fatti tanto remoti?
    Un grazie di cuore per una qualsiasi risposta.

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