La fine di Pier Leoni, il medico di Lorenzo il Magnifico

La mattina del 9 aprile 1492, mentre si diffondeva la notizia della morte di Lorenzo il Magnifico, veniva pure ritrovato, nel fondo di un pozzo, il corpo del suo medico, Pier Leoni da Spoleto. Fu suicidio o assassinio?

Pier Leoni da Spoleto era il medico cui Lorenzo aveva affidato le cure del suo corpo, da anni afflitto da uricemia. Aveva già avuto in cura sua moglie, morta nel 1488.

Professore di medicina a Padova e Pisa, amico di Marisilio Ficino e Pico della Mirandola, Leoni insisteva su terapie particolari. Convinto che l’acqua fosse l’elemento basilare del ciclo vitale, quello capace di far ringiovanire una persona, aveva prescritto a Lorenzo de’ Medici di bagnarsi nell’acqua di una fonte vicino Volterra.

Sicuramente il rimedio era singolare quanto chi l’aveva prescritto. Leoni, infatti, ben lontano dal moderno tipo di medico, era filosofo, astrologo e pure negromante. Nulla di strano in verità per i suoi contemporanei che lo stimavano come grande luminare della scienza medica. Così i più illustri personaggi e sovrani della sua epoca, richiesero le sue cure: gli Aragona di Napoli, Ludovico il Moro, Papa Innocenzo VIII

Tuttavia le sue cure si rivelarono assolutamente inutili per la malattia del Magnifico, gli valsero solo a guadagnarsi le critiche di colleghi come Lazzaro da Pavia, altro rinomato medico, inviato a soccorrere Lorenzo dal Duca di Milano.

Lazzaro diceva che il paziente era stato “medicato al contrario” e “che aveva bisogno di cose fresche e gli erano state date cose calde”. Erano critiche radicali ai metodi di Pier Leoni da Spoleto, comunque anche l’intruglio di pietre preziose e perle triturate, da Lazzaro somministrato a Lorenzo de Medici, non produsse risultati.

Le sue critiche però turbarono profondamente le acque ed agitarono pericolosi sospetti contro il suo collega.

Il corpo di Leoni fu trovato in un pozzo nel quale si sostenne che egli si fosse lanciato distrutto dal suo fallimento nel curare il Magnifico. Trovò così “morte per acqua” come gli era stato profetizzato da un indovino di Padova.

In verità Leoni, come scrisse il priore di San Lorenzo, fu gettato da altri nel pozzo, dopo essere stato probabilmente strangolato. Furono molte le voci che circolarono sulle rive dell’Arno e fuori dai confini di Firenze. Si sostenne che fu Piero de Medici a volerne la morte. Il primogenito del Magnifico accusava il Leoni di aver portato alla morte entrambi i propri genitori.

I letterati non credettero alla storia del suicidio, ritenevano invece la morte di Leoni frutto di un assassinio pensato da Piero. Sul delitto Scipione Ammirato scrisse: “Cavossi voce che egli vi si fosse gittato da se medesimo … ma si rinvenne … esservi gittato da altri, secondo dice il Cambi, da due famigliari di Lorenzo”. Anche Allegretto Allegretti, storico senese riporta: “Maestro Pier Leone da Spoleto, che lo medicava (si riferisce a Lorenzo) fu gittato in un pozzo, perché fu detto, che l’haveva avvelenato, nientedimeno si concludeva per molti non esser vero”. (Girolamo Tiraboschi, Storia della Letteratura Italiana”, Firenze, 1809). Il fatto fu denunciato pure da Jacopo Sannazaro nelle Rime in cui al Leoni si fan dire queste parole: “Dunque da te rimuovi ogni sospetto; E se del morir mio l’infamia io porto, Sappi che pur da me non fu ‘l difetto. Che mal mio grado io fui sospinto e morto Nel fondo del gran pozzo orrendo e cupo, Nè mi valse al pregar esser accorto: Che quel rapace e famulento Lupo Non ascoltava il suon di voci umane, Quando giù mi mandò nel gran dirupo”.

Si tratto di un delitto commissionato da Piero? Fu un suicidio o un assassinio? A distanza di tanti secoli il mistero resta.

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: M. Simonetta, Volpi e Leoni: i misteri dei Medici

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