L’assedio di Napoli del 1640

Una delle pagine meno note della Guerra dei Trent’Anni è l’assedio navale di Napoli da parte dei Francesi dell’Arcivescovo di Bordeaux, Henri d’Escoubleau de Sourdis. Recuperiamo la memoria di queste vicende attraverso la penna del Galeazzo Gualdo Priorato autore dell’opera “Historia delle guerre di Ferdinando II e Ferdinando III imperatori e del Re Filippo IV di Spagna contro Gostavo adolfo re di Svetia e Luigi XIII re di Francia”.

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Non havendo potuto l’Arcivescovo di Bordeaux incontrare nelle coste di Genova le galere di Spagna, e di Napoli, che già dal porto del Vado s’erano ritirate l’Une in Cartagine sotto il Duca di Ferradina, e l’altre in Napoli, e mal contento di non far in quell’anno altra prova del suo valore coll’armata navale, partì finalmente dalli porti di Provenza verso il fine d’Agosto con quaranta galeoni, ò Vascelli armati, 12. galere, & altre navi da fuoco, ò per le provvigioni della flotta, e veleggiando per le coste di Genova, di Toscana, della campagna di Roma, dirizzò le propre verso Napoli, ma perche si trovava nelle Spiagge Romane Commendatore di Forbein dell’habito di Malta Luogotenente Generale delle galere, e gl’altri capitani di quelle gli rappresentarono il pericolo d’impegnar quelel galere in mare tanto lontano, e senza porti da ricoverarle in caso di fortuna, a che non Volendo punto recedere dal suo intento il Bordeaux, vi aggionsero quelli non haver più proviggioni mostrando la necessità di ritornarsene quanto prima in Francia, e così licenziate co suo fran dolore dierono volta per la Provenza, el Bordeaux continuò il viaggio principiato, giongendo à Vista di Napoli doppo la mità di Settembre, con grandissimo terrore, e spavento di tutti li popoli di quel Regno, e perche non potevano i Francesi per mancanza di soldatesche sbarcar in terra volsero tentare qualche impressione nel porto della Città di Napoli vicinissimo col quale accostatosi il Bordeaux, verso Sera con li Comendatori di Sciateleux, di Casa Malesset, e di Cangè capi di squadra, e cinque vascelli fu riconosciuto come favoriti dal vento di terra, che si leva sempre la notte potevano entrar con li galeoni nel porto, e con la Furia dell’artiglieria, e con la barche incendiarie, chiamate Burloti: combattere, & attaccare il fuoco alle navi, e galere che c’erano dentro; ma si come l’impresa haveva per se medesima del difficile: così à questo aggiontovi il buon ordine dato dalli Ministri Spagnuoli cagionò, che si rivolgesse in fumo.
Era però grandissimo il rumore, e tumulto non solo nella Città; ma per tutte le Province circonvicine per lo spavento, in cui si trovavano que’ havitati, poco esperti nel vedere, ò sentire li nemici, e poco affetti à gli Spagnuoli; fu però ad’ogni cosa rimediato dal Duca di Medina de las Torres Psagnuolo, Vicerè di Napoli, della casa di Guzman e Precipe di Stigliano per ragione di Donna Anna Caraffa sua consorte; dimostrossi ancora sollecito Don Francesco di Mello Vicerè di Sicilia, il quale partito da Palermo per andarsene alla Dieta di Ratisbona, si trovava in quel tempo a Napoli: FU ordinato subito a Don Melchior Borgia Valentiano, fratello del Cardinale Borgia, e del Duca di Gandia, Generale delle galere di Napoli, grande di Spagna d’apparecchiarle, & armarle quanto prima, per la difesa di quelle coste, e di qu’porti: A Don Tiberio Caraffa maestro di campo generale della Città d’armarsi con quel popolo, & al Prencipe di Sattriano, di Casa ravaschiei maestro di Campo Generale della militia di tutto il Regno d’Armarla, e portarsi alla difesa della Città, onde tale fu la diligenza d’esso Prencipe, che in manco di due giorni si trovarono più di 25.mille huomini armati nella Città di Napoli, e si fecero diverse batterie sopra il mare in Varie parti, sopra il porto della Città, e in Pusilipo Promontorio del mare poco discosto, e per dar maggior animo al popolo, andavano sempre cavalcano per tutto il Vicerè, e’l Mello, accompagnati dal Prencipe Don Luigi Guglielmo di Portogallo acasato in Napoli, e da moltissimi altri Signori, & Cavalieri delle principali case di quel Regno, che s’attravoavano allhora nella Città fra quali comparsero li Prencipi di isignano, Sanseverino di Gallicano, di casa Colonna: della Roscella, di casa Caraffa; di San Giorgio, di casa Spinella, della Rocca, di casa Fillomarina, e dell’Eporana di quella di Moscietolo, delli Duchi d’Atri Aquaviva di Monteleone Pignatello Grande di Spagna, di madalone Caraffa, di Terranova Pagano di Laurenzana Gaetano, di Popoli Cantelmo, di Traietto Capua, di Bovino Ghuevara, e del gran Thesoriere Galeotto, Padre della Prencipessa di Portogallo, Donna Anna maria Galeotta oltre questi, Don Francesco Toralto; Andiomede Caraffa, Don Ferrante Pagano, & Don Achille Minutolo, tutti Cavalieri ed autorità, furono ordinati in varie parti di quella gran Città sopra la soldatesca, e gli habitati.
In tanto sbigorito il Bordeaux di tanti preparativi, em olto più per haver ritrovati que’nobili, e que’ popoli più fedeli di quello pensava, sopra di che s’era acinto all’impresa, credendo col suo fomento di sollevar qualche mal contenti, levatosi dal Golfo di Napoli, e passato il capo di Posilipo, entrò nel Golfo di Puzzuolo, nel quale scoperti tre Vascelli mercanti Inglesi sotto il castello di Baia, e difeso ancora da una batteria in terra con alcuni soldati, li fece attaccare con 40.feluche non potendovi giongere li galeoni, per il poco fondo, dando il commando di questa impresa al Signor di Coudre, suo parente, il quale accompagnato dalli Signori di Boisdafin della casa di Laval, Momoransi fratello del Marchese di Sbalè, e di Rochelaur fratello del Marchese ambi Cavalieri di Malta, del barone di Gervaux di casa Isorè fratello del Marchese d’Hervaux; dell’Abbate di Sciateleux fratello del Commendatore parente del Generale, e da altri Venturieri, e soldati Francesi, prese li tre vascelli già mezzi scariciati delle loro merci, dopò qualche contrasto con gli Spagnuoli in terra, e nel acqua, cò perdita d’alcuni soldati, e marinari d’ambe le parti, restando ferito di moschettata il Barone d’Hervaux. Dopò la qual fattione non potendo i Francesi progressar in quel egno con si poche forze, se ne ritornarono circa mezo Ottobre in Provenza, disarmando li Vascelli, e le galere già la stagione era troppo avanzata per tenersi più al Mare in quell’anno.

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