Le case dei contadini in Campania all’inizio del Novecento

Analisi descrittiva delle abitazioni dei contadini in Campania all’inizio del Novecento tratta da “Inchiesta parlamentare sulle condizioni dei contadini nelle provincie meridionali e nella Sicilia”, Roma 1909

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[…] In generale tutti gli abitati sono in condizioni tanto più infelici, quanto più vi predomina l’elemento rurale. Nella prima zona abbiamo tuttavia condizioni relativamente migliori, specialmente nella provincia di Napoli e nei circondari di Caserta, Nola e Salerno per distribuzione d’acqua, illuminazione, fognatura, ecc. Ivi abbiamo due sorta di paesi, cioè grossi centri, ove è riunita quasi tutta la popolazione del Comune, e altri divisi in villaggi con molte case coloniche nell’abitato.
Appartengono al primo tutti i comuni del circondario di Casoria e di buona parte di Caserta, di cui già si è detto in altro luogo, e poi taluni altri del Nocerino e specialmente Scafati, Angri, Pagani, Nocera Inferiore e qualche altro. Questi comuni hanno, dal lato edilizio, l’aspetto di città, se si percorre soltanto la loro via principale, ma poi appaiono in condizioni ben diverse quando si entra nelle secondarie. Ma lungo esse sono scaglionate, all’infuori delle principali, case basse ad un piano, per lo più e nei punti più eccentrici col solo pianterreno, formato da una serie di vani abbastanza grandi (talora anche di m. 6 x 5), come nelle nuove abitazioni dei dintorni ed interno di Acerra, Giugliano, Marigliano, ecc., con una sola porta ed una finestra superiore nel cui interno abita una sola famiglia di braccianti o piccoli coloni. I più agiati hanno talora un locale superiore con scaletta interna di comunicazione.
Nei bassi delle vie principali abitano più volentieri artigiani o famigliole che esercitano piccoli traffici, le quali affittano anche un locale posteriore e dividono il primo con un tramezzo, facendo bottega della parte anteriore e casa del resto.
Coloni e braccianti invece dimorano preferibilmente nell’interno dei cortili, le cui condizioni meritano una particolare spiegazione.
Essi sono rientranze a fondo cieco, talvolta a forma di strada, talora di vero e proprio cortile, a forma irregolare, perché nello spazio primitivo rettangolare o quadrato sporgono casette costrutte successivamente, aventi ognuna anche più di un proprietario per divisioni ereditarie o per successive sopraedificazioni. Abitano commisti in tali cortili coloni, operai di città, contadini, ecc., aventi ognuno un basso, col suolo non di rado inferiore a quello esterno, avente luce dalla porta d’entrata, con finestrella laterale. Il suolo è di calcestruzzo (lastrico) (nota 1). L’arredamento è formato da un letto matrimoniale con biancheria e coperte, inverosimili per colore, rattoppamenti, ecc. Due o tre giacigli per ragazzi, un cassettone tarlato, uno stipo rozzo e sconnesso, sedie di paglia molto grossolane, stoviglie identiche, ecc., ecco il mobilio del bracciante. I coloni meno poveri vi hanno almeno due camere; e cioè una cucina a pianterreno e uno o due vani superiori con la scaletta esterna di comunicazione. Ognuna di tali casette appartiene talora a più di un possessore, ed ogni piccolo possidente o colono dell’agro fa di tutto per avervi un basso, solo o con camera superiore. Sono poi infiniti i diritti in comune di forni, cortili, passaggi, latrine, pozzi e cisterne. In angoli nascosti vi sono le stalle e, dove non lo vietano i regolamenti municipali, anche i porcili […] Non in tutti i centri il cortile ha fognatura per lo scarico delle acque di rifiuto, che perciò defluiscono poi all’aperto per qualche rivoletto, il quale raccoglie malamente tutte quelle gettate dalle case, raramente provviste di acquai o di altri comodi, e le versa nei discarichi, se vi sono, delle vie. Dal più al meno questa è la condizione di tutti i cortili, che sono più ampi, per esempio, nei Comuni dei circondari di Casoria e di Caserta, perché colà si maciulla la canapa, si ammucchiano paglia, legno, fieno, ecc., senza esser per questo meno sgradevoli a vedersi. La convivenza in questi cortili di tanta parte della popolazione rurale è causa di inconvenienti di ogni specie e soprattutto di liti e di risse, da cui nasce un numero infinito di querele private e di procedimenti penali […]

1 Dicesi lastrico un battuto di lapillo, calce e pozzolana, con cui si fanno anche pietre artificiali.

 

 

 

 

 

 

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