Papa Pasquale II recupera i territori della Chiesa

Papa Pasquale II recuperò molti territori alla Chiesa in un periodo di gravi sconvolgimenti segnato dalla lotta per le investiture e da uno scontro radicale con la nobiltà locale.

Il suo pontificato s’era aperto con la conquista d’Albano, dove s’era ritirato l’antipapa Clemente III, costretto a fuggire a Civita Castellana, e con la cattura dei sui successori, Teoderico, Vescovo di Santa Rufina, poi confinato a Cava de’ Tirreni, ed Adalberto, esiliato nel monastero di San Lorenzo di Aversa. Tutte le volte era stato determinante l’aiuto dei normanni del Conte Ruggiero, tuttavia a Roma i sostenitori dell’Imperatore Enrico IV elessero un nuovo antipapa, l’arciprete Maginulfo, che assunse il nome di Silvestro IV. Come se non bastasse nei domini pontifici i baroni s’erano tutti sottratti alla sua autorità.

Innumerevoli castelli e centri urbani disconoscevano Papa Pasquale II, fra queste città c’era Tivoli, in possesso del potente Guarnieri, principe di Ancona. Il pontefice raccolse forze in Toscana e, tra ottobre e novembre del 1107, iniziò a riportare all’obbedienza alcuni castelli.

Nel novembre di quell’anno si mosse contro Stefano Corso che aveva occupato Montecelio e Montalto. Assediò la prima fortezza e ne ottenne la resa, tuttavia Corso restava in possesso di Montalto e mostrava d’avere molti uomini al suo soldo nella Maremma.

Pure Tolomeo I, conte di Tuscolo, Pietro Colonna e Beraldo, l’abate di Farfa, si mostrarono riottosi a riconoscere l’autorità pontificia lasciando disordine a Preneste, Agnani e tutta la Sabina. Albano, a lui rimasta fedele, fu assediata dai insorti.

Il papa allora raccolse fondi e stipulò alleanze, poi, nell’ottobre del 1108, si recò a Benevento lasciando a Roma come suo vicario il Vescovo di Laviano, Pietro di Leone e Leone Frangipane al governo politico e suo nipote Gualfredo al comando delle milizie; ritornò a Roma solo nel marzo del 1109 ed al suo fianco aveva dei guerrieri normanni.

Si aprì così un intenso periodo di morti, confische, assedi. Roberto di Capua entrò nella Campagna nel giugno del 1108 e recuperò le terre da Ceprano a Segni, mentre Albano fu ripresa sul finire dell’anno da Riccardo dell’Aquila, Duca di Gaeta, al comando dei normanni. Quella piccola ma forte armata mercenaria, raccolta nelle Puglie, scacciò Guarnieri da Tivoli e quietò parte della Sabina, poi volse le sue attenzioni a Stefano Corso.

Pasquale II fu intransigente, quel ostinato signorotto andava schiacciato. L’assedio di Montalto fu celere e intransigente. Corso non ebbe scampo, dovette arrendersi alla violenza delle armi e, come monito per altri signori ribelli, il papa volle spianare le torri di quella fortezza.

Tra agosto e settembre dello stesso anno Pasquale II continuò ad assediare ed espugnare i castelli ribelli costringendo i signori locali a restituire le terre alla Chiesa e a giurare fedeltà al pontefice. Ai baroni ed alle città che riconobbero i diritti del papato fu concesso ampio perdono ed anche i vescovi scismatici che si sottomisero furono lasciati nelle loro sedi.

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: L. A. Muratori, Annali D’Italia; A. Bianchi Giovini, Storia dei papi

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