La battaglia di Rossbach

Il 5 novembre del 1757, presso il villaggio di Rossbach, in Sassonia, il re di Prussia Federico il Grande, in netta inferiorità numerica, sconfisse gli alleati franco-austriaci dopo soli novanta minuti di combattimento e poche centinaia di vittime.

La battaglia si svolse nel contesto della Guerra dei Sette Anni. Da circa un anno i prussiani avevano invaso la Sassonia ed ora si ritrovavano in affanno, intrappolati tra gli eserciti nemici, consapevoli pure che i russi stavano per attaccare la Prussia orientale e che gli svedesi avevano invaso la Pomerania.

Federico fu costretto a ripiegare ed a ritirarsi dai territori che aveva conquistato. Tentò ripetutamente di portarsi in posizione favorevole per dare battaglia e così, dopo diverse settimane di marcia attraverso la Sassonia, passò il fiume Saale e si accampò fuori Rossbach. I nemici erano alle calcagna.

Federico aveva ventiduemila uomini, il nemico ne contava quarantaduemila, sotto il comando congiunto del principe Soubise di Francia e del principe Giuseppe di Sassonia-Hildburghausen del Sacro Romano Impero. Ansiosi di una resa dei conti e certi della vittoria, Soubise e il principe Giuseppe si lanciarono in un’offensiva che avrebbe voluto chiudere in una morsa il nemico, interrompendo la sua ritirata, e indurlo alla resa. Non immaginavano che Federico avesse intuito le loro mosse…

Mentre l’esercito franco-austriaco si muoveva in due colonne per colpirlo al fianco sinistro e alle spalle, il re di Prussia ordinò ai suoi uomini di marciare oltre per far credere che la fossero in ritirata. Soubise allora incitò la sua cavalleria a inseguirli e ordinò a tutto l’esercito di circuirli con una manovra di rotazione, sul fianco sinistro, che però fece perdere loro forza e compattezza. Federico diede allora il segnale alla sua artiglieria, ora posizionata su una collina, e aprì il fuoco.

Con le zolle di terra che balzavano nell’aria ad ogni boato dei cannoni prussiani, i comandanti francesi e austriaci pensarono che Federico stesse semplicemente coprendo la sua ritirata e ordinarono che anche i loro cannoni da campo rispondessero al fuoco. Nel frattempo la cavalleria alleata, che aveva inseguito i prussiani ritenendo che fossero in ritirata, si vide precipitare addosso la cavalleria di Federico, al comando di Friedrich Wilhelm von Seydlitz, che aveva aggirato il campo di battaglia completamente inosservato. L’attacco mostrò la grande perizia dei cavalieri prussiani abilissimi nel cavalcare fianco a fianco, in fila serrate, ginocchio contro ginocchio e con i nasi dei cavalli che toccavano le code degli altri. In questo modo la cavalleria prussiana schiantò quella alleata.

Mentre il campo di battaglia diventava un mare di panico e di confusione, la fanteria prussiana al comando del principe Henry falciò tutti i soldati nemici che si presentarono sulla loro strada con raffiche di colpi di moschetto. Inattesa fu la mossa di von Seydlitz che ritirò i suoi cavalieri in un piccolo bosco, alle spalle dell’esercito alleato. Ciò diede agli alleati la possibilità di concentrarsi sull’esercito prussiano che aveva formato le linee di battaglia alla loro sinistra, ma invece di formare le proprie linee di moschetto, gli alleati scelsero di caricare alla baionetta. La fanteria prussiana, appositamente addestrata per sparare quattro colpi al minuto, ne fece una strage. Fu allora che von Seydlitz riapparve con la sua cavalleria e colpì le retrovie dell’esercito alleato, seminando il panico.

Federico aveva impiegato appena un quarto della sua forza di combattimento. Il grosso dei suoi uomini aveva trascorso la maggior parte del tempo senza combattere, marciando ad una velocità vertiginosa per ingannare il nemico. Esattamente un mese dopo la vittoria a Rossbach, il re di Prussia si sarebbe ripetuto a Leuthen con lo stesso piano.

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Fonte foto: dalla rete

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