Legittimità e sacralità di Federico II

Federico II volle affermare un modello di sacralità imperiale e di legittimazione alternativa a quella trasmessa dal Pontefice.

L’Imperatore abbandonò iconografie di stretta ispirazione religiosa e scelse di presentarsi nelle vesti di antico imperatore romano. Ma perché?

Durante l’Alto Medioevo la figura dell’imperatore era sostanzialmente considerata al vertice della società cristiana, posta al governo sia della sfera ecclesiastica che di quella secolare e tutrice del papato che rimaneva ad essa subordinato. Questa concezione fortemente teocratica dell’autorità imperiale entrò in contrasto con la volontà riformatrice che la Chiesa sviluppò al suo interno a partire dal X-XI secolo e che sfociò nella lotta per le investiture e nella formulazione teorica della supremazia papale sull’impero formulata da Gregorio VII nei Dictatus papae.

La vecchia concezione della rapporto tra Impero e Chiesa venne ribaltata: era l’Imperatore, ora, ad essere un semplice vicario del Papa.

Alla negazione del carattere sacrale dell’Imperatore e della sua autorità sacerdotale, ribadita da Innocenzo III, Gregorio IX e Innocenzo IV, gli imperatori tedeschi risposero producendo una nuova definizione di legittimità politica svincolata dalla gerarchia ecclesiastica e dai suoi riti. Ciò si tradusse in una riscoperta del diritto romano.

L’Imperatore riconobbe a se stesso autonoma facoltà di legiferare in quanto incarnazione della giustizia ed ispirato ex officio da Dio. Federico II seguì queste posizioni.

Davanti alle ingerenze papali, affermò una monarchia dai valori più laici, la cui legittimità si trovava ora in ambito giuridico. L’imperatore non si presentò più come rex et sacerdos ma come lex animata in terris, mediatore tra Dio e gli uomini in quanto garante della giustizia e fonte, tramite l’ispirazione divina, del diritto.

In ambito iconografico ciò si tradusse in esplicite raffigurazioni. Scomparve la tradizionale rappresentazione dell’investitura divina e l’identificazione con Cristo che s’erano viste in età normanna, pensiamo al mosaico della Martorana raffigurante Ruggero II incoronato da Gesù. Nelle varie raffigurazioni, Federico II preferì comparire assiso in trono ma senza che Cristo o la mano di Dio apparissero ad incoronarlo o a benedirlo, allo stesso modo mai comparvero accanto alla sua figura immagini di santi né la figura della Madonna.

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

 

Bibliografia: M. Vagnoni, La legittimità e la sacralità imperiale di Federico II di Svevia

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