Il campo di sterminio di Auschwitz

Più di un terzo dei circa cinquanta milioni di individui morti nella Secona Guerra Mondiale fu vittima della folle politica di sterminio nazista, programmata e realizzata con mezzi industriali in ottemperanza alla dottrina raziale che proclamava l’ineguaglianza biologica dei popoli e la superiorità della nazione germanica. Auschwitz è il più grande campo di sterminio nazista, assurto a triste simbolo del terrore nazista e della Shoah.

Il concetto della superiorità della nazione germanica era stato sviluppato di pari passo con quello di “spazio vitale” tedesco, ovvero la necessità di una nuova politica territoriale tesa a occupare terre per “nutrire la nazione tedesca e insediarvi la popolazione in esubero”, come si leggeva nel programma dell’NSDAP nel 1920.

Il Terzo Reich si sarebbe dovuto trasformare in uno stato etnicamente omogeneo e i primi a farne le spese furono gli ebrei, costretti a lasciare la Germania da tuta una serie di leggi discriminatorie ed attivi violenza già dal gennaio del 1933. Non tutti però poterono partire, anche a causa delle leggi sull’immigrazione vigenti negli altri paesi, così dal 1933 al 1939, gli ebrei della Germania calarono da 500.000 a 200.000 unità.

La Polonia, occupata in quell’anno e considerata parte dello “spazio vitale” da Hitler, fu il principale teatro di deportazione degli ebrei, a guerra iniziata. A differenza dei campi di concentramento, i centri di sterminio non trattenevano gli ebrei e non vi era dunque bisogno di tante baracche. Gli ebrei venivano condotti dalla banchina ferroviaria direttamente nelle camere a gas.

Esistevano quattro centri del genere: uno a Chelmno sul Ner, fondato nel 1941, e tre invece aperti l’anno dopo a Belzec, Treblinka e Sobibor. Auschwitz, come Majdanek, era considerato un centro di sterminio atipico perchè era collegato all’omonimo lager.
I campi di concentramento si differenziavano dai centri di sterminio per la tecnica adottata nel perseguire l’eliminazione fisica delle vittime. Esse non venivano direttamente spediti nelle camere a gas ma erano sottoposte a lavori estenuanti che, assieme alla fame, al freddo, all’assenza di assitenza medica e riposo, le conducevano facilmente alla morte.

Il pensiero del Terzo Reich ipotizzava una rigermanizzazione di parte della popolazione di sangue tedesco, soprattutto slavi, la drastica riduzione della capacità procreativa con un piano di sterilizzazione di massa e il ricoso pure al diretto sterminio fisico. Si era pure ipotizzato di deportare gli ebrei in Madagascar e gli slavi in Siberia. I piani cambiarono nel corso del conflitto.

Il lager di Auschwitz svolse la funzione di centro di sterminio di ebrei dal 1942, a seguito dell’ordine hitleriano di eliminazione del 1941 fisica. L’ex comandante di Auschwitz, Rudolf Hoss, scrisse in proposito: “Nell’estate del 1941 – al momento non potrei citare la data esatta – venni improvvisamente convocato a Berlino presso il Reichsfuhrer, tramite il suo aiutante. Contrariamente al solito, Himmler mi ricevette senza che fosse presente nessun aiutante, e mi disse sostanzialmente quanto segue: – il Fuhrer ha ordinato la soluzione finale della questione ebraica, e noi SS dobbiamo eseguire quest’ordine. I centri di sterminio attualmente esistenti a Oriente non sono assolutamente in condizione di far fronte alle grandiose azioni previste. Ho scelto perciò Auschwitz, sia per la sua ottima posizione dal punto di vista delle comunicazioni, sia perchè il territorio ad esso appartenente può essere facilmente isolato e camuffato…”.

Il primo convoglio di cui è nota la data di arrivo portò al campo alcune centinaia di ebrei provenienti da Bytom il 15 febbraio 1942. Si ha notizia dell’arrivo di 999 ebree di Slovacchia il 26 marzo 1942 e poi di una lunga serie di convogli provenienti da Francia, Polonia, Olanda, Belgio, Jugoslavia, Norvegia, Grecia, Italia e Ungheria, sino al maggio del 1944.

Il ruolo di Auschwitz crebbe in seguito alla chiusura dei quattro centri di sterminio e poi di Majdanek. Dalla primavera del 1944, il campo divenne non solo un luogo di annientamento, ma anche il principale sito di raccolta della manodopera ebrea fatta arretrare dai territori minacciati dall’Armata Rossa. Ebbe così luogo una gigantesca cernita di “materiale umano”, quelli abili al lavoro venivano risparmiati e inviati a diversi campi allesititi nei pressi di stabilimenti industriali tedeschi, gli altri venivano uccisi e cremati.

 

 

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: AA.VV., Auschwitz, il campo nazista della morte, (a cura del Museo Statale di Auschwitz-Birkenau)

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