Valencia, Barcellona e Napoli tra banditi e soldati
Storie di ingiustizia, delinquenza e rinascita si intrecciano tra Spagna e Napoli in età moderna.
Sono numerosi i briganti del Regno di Valencia e della Catalogna divenuti poi soldati del Tercio de Napoles. Spesso la Monarchia spagnola si servì delle capacità militari degli ex-banditi arruolandoli negli eserciti di stanza a Napoli ed in Sicilia e ciò per loro rappresentò una grande occasione di riscatto e reinserimento sociale.
E’ questa la storia di Mateu Vicent Benet, brigante del XVII secolo, nato a Benimaclet che oggi è un quartiere di Valencia. A lui sono attribuiti numerosi furti e 37 omicidi. Lavorò come sicario del Duca di Sergorbe e del clan di Valterra, a cui appartenne l’eminente arcivescovo Isidoro Aliga. Nel 1663, in pieno periodo di carestia, spalleggiò una rivolta di contadini contro il Vicerè andando in contro alla sua fine. La sua banda fu infatti posta sotto assedio nel villaggio di Aldaya, molti suoi uomini morirono ed alla fine egli capitolò accettando di servire il re a Napoli per evitare la morte. Il suo riscatto nella città italiana fu completo. Fu inquadrato per tre anni nel tercio raggiungendo il grado di capitano ed al ritorno a Valencia i suoi concittadini lo acclamarono con grandi onori. Alternando i servigi alla Corona ed alla nobiltà napoletana la sua carriera raggiunse il punto più alto nel 1686 quando diventa governatore di Reggio Calabria. La sua vita ispirò persino una famosa commedia, “El Vandido mas honrado y que tuvo mejor fin, Vicente Matheo Benet”, pubblicata a Valencia nel 1769 da Gabriel Sanz, pseudonimo di Carles Ros.
Ancora più nota è forse la storia di Perot Rocaguinarda, detto Perot il Ladro. Questi era nato in una famiglia di contadini ed era finito col darsi, sin dall’età di 20 anni, al brigantaggio. Tra il 1603 ed il 1604 si mise a capo di una banda e pochi anni dopo già veniva segnalato come il più noto brigante della Catalogna. Era un buon stratega, intelligente e coraggioso, temuto dai soldati e dalle autorità, tanto amato dal popolo e odiato dai suoi numerosi nemici. E’ ancora oggi considerato come uno dei più grandi banditi popolari europei, paragonabile al famoso Robin Hood.
In quel secolo la Catalogna era percorsa da bande di briganti operanti sotto la protezione di nobili rivali che spadroneggiavano cercando di imporre la loro egemonia non solo sui contadini ma anche su clero e funzionari governativi. A quanto pare tutto nacque tra i Banyuls, signori del villaggio di Nyer, appartenente alla contea di Conflent nei Pirenei francesi, e i Cadell di Cerdanya e da questa faida i briganti iniziarono ad essere indicati come nyerro o cadell a seconda della fazione con cui si schieravano al momento.
Nel 1605, la banda di Perot Rocaguinarda era così forte che il Vicerè, Ettore Pignatelli, Duca di Monteleone, fu costretto a creare a Vic una Santa Fratellanza contro i banditi. Col crescere delle ostilità Rocaguinarda devette lasciare la città e nascondersi sulle montagne così il suo terreno d’azione iniziò ad espandersi e si segnala con scorribande nei territori di Osona, Garrotxa, Ripolles, Cerdanya, Bergueda, Bages, Valles e Conca de Barbera.
Per lo più operava al servizio di giovani nobili catalani, spesso per sollecitare i contadini a restare ligi all’autorità feudale, tuttavia era da molti visto come un eroe, un brigante giusto, che rimediava ai torti subiti dal popolo e finì col rendersi avverso a qualche nobile. Probabilmente trovò pure riparò a Barcellona, nel quartiere di Ciutat Vella, dove esiste ancora oggi una strada chiamata “Perot Lladre”.
Nel 1608 la Real Audiencia di Barcellona lo dichiarò nemico del Regno, fu scomunicato dal Vescovo di Vic ed anche il Vicerè mise sulla sua testa una taglia. Attorno al brigante si strinse la morsa della repressione, ma non vennero meno alcune importanti amicizie e così, alla morte di Pignatelli, il nuovo viceré di Catalogna, l’arcivescovo di Saragozza Pedro Manrique, vsi mise in contatto con un gruppo di nobili intercedenti per Perot al fine di ottenere la grazia.
Per le sue doti strategiche e militari, fu in particolare il Vicerè di Napoli, Pedro Fernandez de Castro, Conte di Lemos, a farsi avanti ed a premere per una amnistia che Rocaguinarda ottenne nel 1610. La sua fu una sorta di grazia speciale che prevedeva la resa in cambio del suo arruolamento nei tercios di stanza a Napoli. Don Pedro Fernandez de Castro lo arruolò come ufficiale ed a Napoli rimase fino al 1635 ricoprendosi d’onore e raggiungendo il grado di capitano.
E’ proprio nel 1635 che di lui si perdono le tracce, non si sa dove sia andato, nè dove sia morto, ma la sua fama echeggiò a lungo in Europa al punto che Miguel de Cervantes lo inserì nel “Don Chisciotte”, come Roque Guinart, e poi nel racconto “La Grotta di Salamanca”.
Autore: Angelo D’Ambra
Non sono d’accordo sul l’equazione banditi=briganti. Il bandito andava CONTRO l’organizzazione sociale e per proprio vantaggio venale mentre il brigante doveva sottoscrivere il giuramento di SALVARE Dio, Re e Famiglia (cioè proprio la società nel suo complesso ).
Leggo un commento che mi lascia perplessa. Il brigante è un bandito, non c’è alcuna distinzione da fare. Quello che lei spaccia per brigante al più può essere un guerrigliero che, a questo punto, credo lei identifichi nei briganti borbonici che però, ahimè, furono solo assassini, stupratori e ladri.
Briganti = tagliagole assassini. Il resto è fuffa.
Proprio interessante la storia di Perot Lo Lladre. Questo bandito aveva vissuto nel mio villagino ‘Taradell’, a Barcelona. Ce ne sono tanti di storie del bandito; alcune veramente degne da film. Sono stata nella casa dovè nascque e vorrei sapere la sua vita a Napoli. Come potrei farlo per sapere di piú. Scusi il mio italiano, non ho riuscito mai a imparirlo bene.
Hola Maria Dolors.
Em presento: Sóc un alumne de batxillerat que està a punt de començar el treball de recerca de 2n de batxillerat. El meu treball de recerca, consistirà en buscar la vida d’en Perot Rocaguinarda a Nàpols ja que es la que no està explicada enlloc. També es basarà en buscar informació sobre si hi havia alguna relació entre Cervantes i en Perot, perquè en Perot es l’únic personatge real que surt al Quixot. Apart hi han certs historiadors que diuen que es podrien haver conegut i els escrits que hi han en la seva masia (Mas Rocaguinarda) poden ser d’en Cervantes.
El que et vull dir amb aquest missatge, és que si et dediques a la història o tens molta curiositat i trobes alguna informació o algún fil d’on pugui tirar estaria aternament agraït. Si et vols posar amb contacte amb mi, només has de escriure’m per el següent Gmail: gerardsamsopuig@gmail.com
Moltissimes Gràcies!
Mi presento:
Mi chiamo Gerard e sono uno studente delle scuole superiori in Catalogna, che sta per iniziare un progetto di ricerca. Il mio lavoro di ricerca consisterà nel cercare la vita di Perot Rocaguinarda a Napoli poiché non è spiegata da nessuna parte. Si baserà anche sulla ricerca di informazioni sull’eventuale relazione tra Cervantes e Perot, perché Perot è l’unico vero personaggio che appare nel Don Chisciotte. Del resto ci sono alcuni storici che affermano che avrebbero potuto conoscersi e che gli scritti che si trovano nella loro fattoria (Mas Rocaguinarda) potrebbero essere di Cervantes.
Quello che voglio dire con questo messaggio è che se qualcuno potesse trovare qualche informazione o un filo da cui attingere gli sarei eternamente grato.
Se vuoi metterti in contatto con me, scrivimi al seguente Gmail: gerardsamsopuig@gmail.com
Grazie mille!