I ventisei giorni di Pio III

Alla morte di Alessandro VI s’apparecchiarono grandi preparativi per l’elezione del nuovo pontefice. Tutto però andò in fumo dopo soli ventisei giorni. La storia del pontificato di Pio III è tutta qui.

Il re di Francia, nel 1503, pensando di ottenere la sicura elezione del suo favorito, fece deporre 200.000 ducati nei banchi romani e 100.000 in quelli genovesi. Allo stesso modo si comportarono il re di Spagna, il duca di Milano, la Repubblica di Venezia, ciascuno pensando di far eleggere il proprio candidato. I principi intervennero coi loro ambasciatori, coi loro emissari, coi loro agenti nei giorni del conclave tenendo abboccamenti con i cardinali, incontri segreti e consultazioni per offrire benefici, somme di denaro, prebende. I banchieri presso la corte pontificia, romani, genovesi ma toscani soprattutto, parteciparono all’avventura elettorale con grande coinvolgimento per trarne il massimo guadagno. Il conclave fu per loro un appuntamento cruciale per le sorti delle loro fortune. La Banca Spannocchi, in particolare, già strettamente legata a Cesare Borgia, sostenne la candidatura del senese Francesco Todeschini Piccolomini. In caso di successo il suo guadagno sarebbe stato di almeno 12.000 ducati. Piccolomini venne eletto il 22 settembre 1503 e proprio Giulio Spannocchi fu nominato suo tesoriere.

Il nuovo papa diede un chiaro indizio di ciò che avrebbe fatto, assunse il nome di Pio III. L’ultimo papa di nome Pio era stato suo zio, Enea Silvio Piccolomini, Pio II. Proprio grazie allo zio papa, del resto, Francesco aveva fatto la sua bella carriera.

Il pontefice autorizzò sua sorella Laudamia, sposa di Nanni Todeschini, a conservare il suo cognome per sé e per i figli e così Francesco aveva assunto il nome prestigioso della madre. Dopo gli studi di legge presso l’Università di Perugia, era divenuto protonotario apostolico e all’età di soli 22 anni, il 6 febbraio 1460, si ritrovò amministratore della neonata sede arcivescovile di Siena per volere diretto del papa e in quello stesso anno fu creato cardinale.

La sua elezione fu applaudita un po’ da tutti perché finalmente allontanava il ricordo dei Borgia. Il papa aveva sessantaquattro anni, era dunque vecchio, ma proprio la sua età faceva sperare in un carattere prudente e zelante. Tuttavia appariva smorto e debole, il tono di voce era flaccido, il corpo era estremamente fragile ed aveva difficoltà nel muoversi, i suoi passi erano brevi e lenti per diversi acciacchi.

Cesare Borgia ebbe la sfacciataggine di giungere a Roma da Nepi per congratularsi col pontefice ma Gian Paolo Baglione e gli Orsini, carichi di sete di vendetta, tentarono di catturarlo. Il Valentino si rifugiò nel Palazzo del Vaticano e Pio III gli fornì protezione spostandolo a Castel Sant’Angelo. Probabilmente ciò accadde per sua intercessione di Giulio Spannocchi, ma Borgia dovette comunque rinunciare a tutto.

La gestione di questo affare confermava l’indole ferma ma dal fare moderato dell’anziano pontefice. Era quello di cui Roma e la cristianità avevano bisogno dopo le intemperie d’ogni genere vissute con Alessandro VI. Il pontificato di Pio III però fu brevissimo. Nato col sostegno dei Della Rovere, non ebbe il tempo d’attuare alcunché se non la fondazione della Biblioteca Piccolomini presso la Cattedrale di Siena, dando incarico al Pinturicchio di decorarne gli ambienti. Purtroppo trascorsero ventisei giorni soltanto ed il papa spirò per un’ulcera alla gamba.

Era il 18 ottobre 1503 e i creditori di mezza Europa persero le somme investite. Il gioco del conclave si riaccese, tornarono le promesse, le parole sottili, gli incontri segreti.

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: J. Heers, La vita quotidiana nella Roma pontificia ai tempi dei Borgia e dei Medici; A. L. Muratori, Annali d’Italia

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