La Bolla Inter Coetera

La Bolla Inter Coetera del 4 maggio 1493 rappresenta uno dei documenti più interessanti della Chiesa rinascimentale sia perché denuncia l’inizio della colonizzazione internazionale occidentale, oltre quello ideologico e culturale del cattolicesimo romano, ma anche perché nella misura in cui vengono risolte le controversie e come vengono presentati i documenti, getta le basi di quello che con la Pace di Westfalia del 1648 verrà riconosciuto ufficialmente come Diritto Internazionale.

Delle tre bolle redatte tra il 3 e 4 maggio 1493, questa risulta essere la più importante. Secondo la precedente bolla, Romanus Pontifex, i territori scoperti da Colombo erano di legittimo dominio portoghese. Ferdinando II di Spagna, temendo di restare a bocca asciutta, poté contare sull’appoggio di Alessandro VI per invocare la conferma sui diritti relativi alle terre appena scoperte. La suddetta bolla ha, quindi, lo scopo di risolvere la contesa, soprattutto riguardo il Portogallo, segnando una linea immaginaria che andava da un polo all’altro passando a cento leghe di distanza ad ovest delle Isole Azzorre e del Capo Verde, e stabilendo che qualsiasi terra ad occidente di questa linea doveva appartenere alla Spagna; sottoponendo, in buona sostanza, l’America al potere spagnolo.

Se guardiamo le carte geografiche del tempo, ci possiamo rendere conto di come il Papa si rivelò molto generoso nei confronti degli amici spagnoli, giustificando la cessione di buona parte dei territori con l’attenuante di diffondere i principi divini mediante l’invio da parte del sovrano spagnolo di uomini onesti e timorati di Dio, abili e pieni di esperienza con lo scopo di istruire i nativi e gli abitanti nella fede cristiana e di inculcare loro buoni principi. La reazione di Giovanni II del Portogallo non si fece attendere e diede così inizio alle negoziazioni con Ferdinando II di Spagna, conclusesi con l’emanazione del Trattato di Tordesillas che limitava il controllo spagnolo in Asia.

Riteniamo cruciale, ai fini dell’esplicazione dell’importanza della Bolla Inter Coetera, soffermarci sull’intervento papale nella contesa.

Alessandro VI, infatti, si avvalse del potere di distribuzione dei territori grazie all’usufrutto della “Donazione di Costantino”. Questo documento (che ispirerà l’opera di Lorenzo Valla, il quale con lavoro filologico e storico smentirà la validità di tale carta, ponendosi come domanda principale: quale sovrano al posto di Costantino avrebbe rinunciato al suo potere per cederlo alla Chiesa?) oltre a garantire la superiorità di Roma sulle altre diocesi sia ad Oriente che Occidente e alla superiorità assoluta del Papa su tutti i sacerdoti del mondo, sanciva l’indiscutibile supremazia del potere papale su quello imperiale ed era esteso a tutte le isole ad Occidente dell’Impero Romano. Questo fu uno scettro posto nelle mani del Papa, fu un ottimo stratagemma volto a legittimare l’intervento papale a livello internazionale, ragion per cui venne rivolto anche alle nuove isole, poiché al momento della scoperta delle nuove aree non si aveva consapevolezza che quello fosse il ‘Nuovo Mondo’ e quindi estraneo alle isole occidentali dell’Impero.

Volendo guardare la Bolla Inter Coetera come documento di diritto internazionale ai tempi non ancora riconosciuto ufficialmente, possiamo attribuire ad Alessandro VI il compito di ‘arbitrato internazionale’ in quanto parte terza e (almeno teoricamente) oggettiva ed estranea alla controversia. Inoltre si può attribuire sempre alla figura del pontefice più criticato del secolo la nascita della contesa che spaccherà in due il mondo e segnerà i secoli futuri, quella tra Papato e Impero, scaturita dal ricorso alla Donazione di Costantino.

Davide Alessandra

 

TESTO DELLA BOLLA INTER COETERA

Alessandro vescovo, servo dei servi di Dio, al nostro amatissimo figlio in Cristo Ferdinando ed alla nostra amatissima figlia in Cristo Isabella, illustri re e regina di Castiglia, León, Aragona, Sicilia e Granada, salute e Apostolica benedizione.
Tra le altre opere gradite alla divina Maestà e da noi auspicate, questa certamente occupa il più alto grado possibile, ossia che la Fede cattolica e la religione cristiana siano innalzate, specialmente nei nostri tempi e diffuse e portate ovunque; che si provveda alla salvezza delle anime e che le nazioni barbare siano sopraffatte e portate alla stessa Fede. Quando fummo chiamati, col favore della Divina misericordia, a questo Santo Seggio di Pietro, nonostante i nostri meriti insufficienti, sapevamo che voi, da veri principi e re cattolici, come sappiamo che siete sempre stati, e lo dimostrano le vostre nobili azioni ben note ormai a quasi tutto il mondo, non solo aspiravate ardentemente all’opera sopra menzionata, ma vi adoperavate al suo compimento con tutte le vostre forze, con ogni zelo e diligenza, senza risparmiare fatiche, ricchezze e pericoli, e spargendo anche il vostro proprio sangue; e ci era ben noto che a ciò avevate già dedicato tutto il vostro cuore e le vostre fatiche, come ne testimonia recentemente la riconquista del regno di Granada dalla tirannia dei Saraceni, compiuta con tanta gloria per il nome di Dio. Perciò Noi giustamente e non a torto siamo indotti a concedervi, e lo dobbiamo di nostra spontanea volontà e favore, i mezzi, con i quali voi possiate compiere questa vostra santa e lodevole impresa, gradita all’immortale Iddio, con fervore di giorno in giorno più grande, in onore di Dio e per la diffusione della legge cristiana.
1°) Noi siamo stati informati invero che voi intendete ricercare e scoprire delle isole remote e sconosciute e delle terre che non sono state mai scoperte da alcuno così lontano, e condurre i loro abitanti e indigeni alla devozione per il nostro Redentore ed alla professione della fede Cattolica; ma essendo stati fino a quel momento grandemente occupati nella riconquista del detto regno di Granada, non vi era stato possibile realizzare questo santo e lodevole proposito, come avreste desiderato. Ma poi, appena riconquistato il suddetto regno, secondo il volere di Dio, voi avete voluto compiere il vostro desiderio ed avete così inviato il vostro amato figlio Cristoforo Colombo, uomo particolarmente degno ed altamente commendevole, ben adatto a tale impresa, con navi ed uomini esperti, non senza gravi disagi, pericoli e spese, alla ricerca precisa di tali lontane e ignote terre ed isole su un mare non mai solcato prima da alcuno.
2°) Essi navigarono sull’Oceano con l’aiuto di Dio e con la massima diligenza ed infine scoprirono delle lontanissime isole e terre mai esplorate prima da alcuno, nelle quali vivono pacificamente delle genti, che non portano vesti – come riferito – e non mangiano carne. Per quanto i vostri summenzionati inviati poterono giudicare, questi popoli abitanti le suddette isole e terre credono in un Dio-Creatore in Cielo; essi vengono giudicati atti a ricevere la fede cattolica ed i buoni principii, e si può sperare che, qualora fossero istruiti, il nome di Nostro Signore Gesù Cristo potrebbe essere facilmente portato in quelle terre ed isole. Il summenzionato Cristoforo ha già fatto costruire un forte, ben munito, in una delle isole principali e lo ha lasciato in custodia ad alcuni cristiani, suoi compagni, che andassero alla ricerca di isole e continenti ancor più lontani ed ignoti.
3°) E nelle isole e terre scoperte si trovano ora spezie e altre cose preziose di vario genere e qualità.
4°) Quindi, dopo aver opportunamente considerata ogni cosa, come si conviene a principi e re cattolici, secondo la consuetudine dei vostri avi, re di nobilissima memoria, voi avete deciso di sottomettere le dette terre ed isole, ed i loro abitanti ed indigeni, col favore della divina clemenza, e di condurli alla fede cattolica.
5°) Noi raccomandiamo con tutto il cuore al Signore tali propositi santi e degni di lode, ed auspichiamo che siano condotti a buon fine, e che il nome del nostro Salvatore sia portato in quelle terre; perciò Noi vi esortiamo sinceramente nel nome del nostro Signore e per il santo Battesimo, che avete ricevuto, ed in virtù del quale dovete obbedire agli ordini Apostolici, e per la grande misericordia di Nostro Signore Gesù Cristo vi ingiungiamo in particolare, poiché intendete realizzare tale impresa con cuore volenteroso e con grande zelo per la fede ortodossa, che vogliate e dobbiate far accettare ai popoli che dimorano in quelle isole e continenti, la religione cristiana, e che nessun pericolo e nessuna fatica vi distolga nella ferma fede e speranza, che l’Onnipotente Iddio dia successo ai vostri sforzi.
6°) Affinché voi possiate intraprendere un’impresa di tale importanza con maggior celerità e sicurezza, dotati largamente del favore Apostolico, noi vi doniamo, concediamo e destiniamo – per nostra propria volontà, non in seguito a vostre richieste od a suppliche presentateci da altri in tal senso a vostro nome, ma esclusivamente per la nostra liberalità, sicura conoscenza e pienezza del potere Apostolico, per l’autorità dell’Onnipotente Iddio conferitaci nella persona di san Pietro, e per il Vicariato di Gesù Cristo che noi assolviamo in terra, tutte le isole e le terre, esplorate o da esplorare, scoperte o da scoprirsi verso occi- dente e verso sud, che si trovano tracciando e stabilendo una linea, che va dal Polo Artico a quello Antartico (ossia dal Polo nord al Polo sud), un centinaio di leghe ad ovest e a sud da quelle isole comunemente chiamate Azzorre e del Capo Verde, indipendentemente dal fatto che tali terre ed isole siano in direzione dell’India o di qualche altro paese; con la clausola tuttavia che queste terre ed isole esplorate o da esplorarsi, scoperte o da scoprire situate ad ovest o a sud di detta linea, non siano appartenute ad alcun altro principe o re cristiano fino al giorno, dalla natività di nostro Signore Gesù Cristo da poco trascorso, in cui inizio questo anno millequattrocento novantatre, quando alcune delle summenzionate isole furono scoperte dai vostri inviati e capitani. Ed in forza del presente documento noi le concediamo in perpetuo con tutti i loro dominii, città, castelli, siti o villaggi e con tutti i privilegi, le giurisdizioni e dipendenze, a voi ed ai vostri eredi e successori, re di Castiglia e León, e noi eleggiamo, investiamo e nominiamo voi, i vostri eredi e i vostri successori, signori di queste terre con pieni, liberi e completi poteri, autorità e giurisdizione.
7°) Ma noi decretiamo che non si intendano soppressi od aboliti per questa nostra donazione, concessione e guarentigia, i diritti conclamati di quei principi cristiani, che avessero posseduto quelle isole e terre fino al giorno summenzionato dalla natività di nostro Signore Gesù Cristo. Inoltre vi ingiungiamo, in virtù della santa obbedienza, di inviare laggiù, come promettete e come senza alcun dubbio farete per la vostra grandissima devozione e regale magnanimità, nelle suddette terre ed isole, degli uomini onesti e timorati di Dio, istruiti, abili e pieni di esperienza, perché istruiscano i nativi e gli abitanti nella fede cristiana ed inculchino loro buoni principii; e di compiere ciò con tutta la dovuta cura.
8°) E noi rigorosamente proibiamo a chiunque di qualsiasi dignità, anche imperiale o regia, di qualsiasi stato, rango, ordine o condizione, sotto pena di scomunica “latae sententiae”, nella quale incorrerebbe “ipso facto” in caso di contravvenzione, di recarsi senza licenza speciale vostra o dei vostri eredi e successori, a scopo di commercio o per qualsiasi altra ragione, in quelle isole e terre esplorate o da esplorarsi, scoperte o da scoprirsi verso l’occidente e il sud secondo la linea tracciata o stabilita che dal Polo Artico a quello Antartico corre alla distanza di cento leghe da quelle isole comunemente chiamate Azzorre e del Capo Verde, indipendentemente dal fatto che queste isole e terre scoperte o da scoprirsi, si trovino in direzione dell’India o di altro paese.
9°) Tutto questo noi ordiniamo e proibiamo, nonostante le ordinanze, bolle ed altri documenti apostolici in contrario, confidando che, se Quegli, da cui derivano tutti gli imperi e le signorie, dirigerà le vostre azioni e voi compirete questa santa e lodevole impresa, entro breve tempo i vostri sforzi e le vostre fatiche giungeranno a felicissimo risultato per la felicità e la gloria di tutta la cristianità.
10°) Poiché sarebbe arduo inviare tale presente documento in tutti i luoghi in cui sarebbe necessario, noi vogliamo e decretiamo in seguito a simile iniziativa e conoscenza che copie di esso, firmate per mano di un notaio a ciò delegato e provviste del sigillo di persona dotata di dignità o carica ecclesiastica, abbiano lo stesso valore giudizialmente ed extragiudizialmente, e dovunque, come se fossero affisse e pubblicate.
11°) Che nessuno perciò osi infrangere o contravvenire temerariamente a tale strumento della nostra raccomandazione, esortazione, giudizio, donazione, concessione, costituzione, nomina, decreto, divieto e volontà. Ma se alcuno presumesse di contravvenirvi, sappia che incorrerà nella collera di Dio Onnipotente e dei Suoi Santi Apostoli Pietro e Paolo.
Data a Roma in San Pietro nell’anno millequattrocentonovantatre dell’Incarnazione di nostro Signore, nel quarto giorno prima delle None di maggio, nel primo anno del nostro Pontificato.

 

 

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