La Rocca di Busseto ed i Pallavicino

Rocca Pallavicino sorge maestosa a Busseto, in provincia di Parma. È qui che il pontefice Paolo III e l’imperatore Carlo V s’incontrarono nel 1543.

Francesco I, alleatosi con gli ottomani, aveva avviato una guerra contro l’Asburgo con l’obiettivo di riconquistare il Regno di Napoli. L’imperatore chiese, quindi, di incontrare il Papa per proporre un’alleanza, ma quando questi chiese per suo nipote Ottavio Farnese il Ducato di Milano, da poco concesso a Filippo II, ogni accordo saltò.

Busseto, proclamata “città” da Carlo V,s’era vista attraversato da un interminabile corteo di aristocratici, dame, cavalieri, ecclesiastici, paggi e soldati ed era stata teatro di lussuosi banchetti in quei giorni, con grande impegno di Girolamo Pallavicino.

La famiglia trovava le sue origini in Adalberto di Baden che, nel 985, aveva innalzato la fortezza. L’investitura imperiale per i suoi discendenti arrivò nel 1249, quando Federico II di Svevia riconobbe come feudatario il ghibellino Oberto II Pallavicino. Questi ristrutturò il castello, distrutto anni prima dai milanesi, erigendovi una cinta muraria ed un fossato, varcabile attraverso un ponte levatoio di collegamento con la grande piazza antistante. Oggi il ponte levatoio non esistono più. Della rocca originale si è salvato il torrione principale e sono stati conservati i merli ghibellini a coda di rondine, le finestre bifore a sesto acuto con archi trilobati e le monofore. Fedele all’Impero, nel 1268 con la caduta degli Hohenstaufen, i Marchesi Pallavicino pagarono la propria fedeltà verso gli imperatori con la distruzione completa delle mura difensive di Busseto, la capitale dei loro stati, riuscendo a toccare un nuovo picco di splendore solo con Rolando Pallavicino, detto il Magnifico, che fu il primo a pubblicare delle leggi stabili per il suo stato, note come Statuta Pallavicinia e risalenti al 1429. Nel 1441, però, Niccolò Piccinino costrinse il marchese Rolando il Magnifico ad asserragliarvisi fino alla capitolazione ed i feudi dei Pallavicino vennero incamerati dal Duca di Milano, Filippo Maria Visconti, per ritornare alla famiglia solo dopo qualche anno. Alla morte di Rolando il Magnifico lo Stato Pallavicino fu spartito tra i suoi sette figli per volere di Francesco Sforza, Duca di Milano, intenzionato a indebolire la potenza della famiglia.

Fu proprio Girolamo Pallavicino a creare le condizioni concordatarie affinché gli antichi possedimenti di famiglia tornassero a riunirsi in capo alla stessa persona. Tutto questo avvenne tra le violenze di un’aspra guerra coi Farnese.

C’è da pensare che nessuno, nell’incontro tra Paolo III e Carlo V, potesse immaginare quanto di lì a poco sarebbe accaduto a chi li ospitava tra tanti sfarzi. Ebbene il futuro riserbava a Girolamo Pallavicino amare sorprese.

Pier Luigi Farnese, figlio del pontefice e Duca di Parma e Piacenza, infatti, rapì nel 1545 madre e moglie di Girolamo per costringerlo a cedergli i diritti di successione sullo Stato Pallavicino. Le donne tornarono libere solo dopo l’omicidio di Pier Luigi, il 10 settembre del 1547, ordito da Ferrante Gonzaga, Governatore di Milano.

Il marchese scomparve nel 1579 lasciando il marchesato, come da accordi, al cugino Sforza Pallavicino di Cortemaggiore, che riunì in tal modo lo Stato Pallavicino. Tuttavia anche Sforza morì senza figli maschi.

Questi nel 1581 aveva adottato il congiunto Alessandro Pallavicino di Zibello, marito della figlia naturale di Ottavio Farnese, Duca di Parma, così ancora una volta Pallavicino e Farnese tornarono a darsi guerra. Il 2 settembre del 1587 il nuovo Duca di Parma, Alessandro Farnese, incaricò il figlio Ranuccio I di prendere possesso dello Stato Pallavicino; a nulla valsero le proteste del marchese Pallavicino di Zibello, che, imprigionato alla Rocchetta di Parma, fu costretto a cedere ai farnesi le terre ereditate.

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Fonte foto: dalla rete

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2 pensieri riguardo “La Rocca di Busseto ed i Pallavicino

  • 4 Marzo 2021 in 11:13
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    Gentilissimo dottor D’Ambra
    mi piacerebbe molto poter pubblicare il suo articolo sulla travagliata storia di Busseto nell’Italia moderna nel sito dell’Ufficio di Accoglienza e Informazione di Busseto: http://www.bussetolive.com. Se mi autorizzasse, riporterei articolo integralmente citando i crediti: nome dell’autore e sito, fonte dell’articolo.

    Molto cordialmente
    Giancarlo Liuzzi per
    IAT Busseto, nobile borgo emiliano

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    • 10 Marzo 2021 in 8:29
      Permalink

      E’ autorizzato. Mi fa molto piacere.
      AD’A

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