Proiezione mediterranea del Regno di Sicilia nel periodo normanno-svevo

L’estensione del Regno di Sicilia nel periodo normanno-svevo toccò ogni angolo del Mediterraneo Orientale. Sorretta da imponenti spedizioni navali, la monarchia siciliana riportò l’occupazione di Costantinopoli, trionfi e vittorie in Asia ed Africa, ed il controllo dei Regni di Tunisi, Tripoli, Algeri e dell’isola di Malta. Raccontiamo questa storia servendoci di frammenti dell’opera “Riflessioni intorno al commercio antico e moderno del regno di Napoli“, stampata a Napoli nel 1760 e scritta da Nicola Fortunato, economista nato a Giffoni Valle Piana nel 1720, allievo di Antonio Genovesi.

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Il più Celebre, e ‘l più chiaro de’ nostri Normandi ben si sa, che fu Ruggiero primo nostro Re, il quale tra gli altri segnalati progressi nella sua nascente Monarchia fa noverarci le strepitose conquiste de’ Regni di Tunisi, di Tripoli, e di Algieri coll’Isole di Malta, di Gerbi, ec., onde seguite gloriose le conquiste tra il 1122. al 1152, quel Principe, e prode Guerriere Normando, fe iscolpirsi nella sua spada l’Epigrafe seguente: APPULUS, & CALABER, SICULUS mihi servit, & AFER. E percià il Giarratana riferito dal Muratori scrisse: Successit ille hominum maximus a Deo dilectus, & benedictus Rogerius Mundi admiratio, virtutum omnium splendor, & pro Regibus Heros sapiens, primus tamen Comes, postea dignus Duc feracis Apuliae, ad ultimum REX SICILAE, TRIPULIS, AFRICAE POTENTISSIMUS.
Lo stesso Ruggiero dopo aver fatto assaggiare ai Mostri dell’Africa gli effetti del suo valore, fe ben anche sperimentarl’ ai Greci Imperadori d’Oriente, specialmente ad Emanuele Conneno, su de’ cui occhi il prode nostro Normando pose in rovina i borghi di Costantinopoli, ne combattè il palaggio, e colse da quei giardini con propria mano i pomi, tirando per sua gloria frezze d’argento, e d’oro.
Ma perchè Ludovico VI., detto il Pio, Re di Francia portatosi alla Conquista di Terra Santa restò prigioniero de’ Barbari Saraceni; chiese quel Sovrano ajuto, e soccorso al nostro Ruggiero, il quale abbandonando tutto al favor d’un Principe religioso, ed immortale, precipitosamente accorse, e lo rese libero dai lacci, al dire di Paolo Emilio in vita Ludovici VI.
SENZA ometter qui le prese, e le altre conquiste, che lo stesso nostro Re Ruggiero fe di Corfù, di Atene, Tebe, Corinto, ed altri Luoghi di quell’Impero, per cui Pietro Giannone parlando del Dominio del Mare Adriatico dice: “Quando il famoso Duca Ruberto Guiscardo fu chiamato in ajuto da Ruggiero suo Fratello, mentr’era nell’assedio di Palermo, vi accorse egli con poderosa Armata di 58. Navi, traversando l’Adriatico; e ne’ tempi, che seguirono, essendo passate sotto la Dominazione degli stessi Normandi tutte queste nostre Provincie; il famoso Ruggiero primo Re non contento di tanti, e sì sterminati acquisti resosi potente in Mare, assai più, che non erano gl’Imperadori stessi d’Oriente; portò le sue vittoriose Insegne non pure in Dalmazia, nella Francia, e fino alle Porte di Costantinopoli; ma corsero le sue poderose Armate Navali infino all’Africa, ove fece notabili Conquiste di Città, e Provincie. NE’ VI FU PRINCIPE AL MONDO IN QUESTI TEMPI, CHE LO SUPERASSE PER FORZA MARITTIMA, ED ARMATE NAVALI, le quali sovvente combattendo con quelle dell’Imperadore d’Oriente, anche potente in Mare, ne riportò sempre trionfi, e piene vittorie”.
E continua a dire “ciò si è potuto anche conoscere dalle tante Armate, che mantenea; tantochè non bastando un Ammiraglio per averne cura, fu d’uopo crearne molti, ai quali prepose un solo, che perciò chiamato ADMIRATUS ADMIRATORUM.
GUGLIELMO I. nel 1159. allestì un’Armata Navale più poderosa di quella dell’Imperadore d’Oriente; e trionfando così dell’Armata nemica, come di molte Città, e luoghi di quell’Impero, ce ne addita la distinzione Ferdinando Ughellio col dire: Anno Domini 1159. Guillielmus Rex Siciliae a Kalendis Aprilis usque ad Kalendas Octobris magnum fecit Stolium 140. Galearum, & 24. Dermonum, qui Dermones portaverunt 4000. Milites quum Stolium misit praedictus Rex de mense Junii ad Imperatore Constantinopolitanum, & pervenit Negropontem, ibique invenit Stolium Imperatoris; ipsumque devicit, & caepit; & caepit etiamCivitatem de Negroponte, eamque destruxit, Stoliumque Imperatoris combusit.
E continuando a dire, soggiunse: Mox etiam Civitatem limito caepit, & S. Jacobum cum Turre Pisanorum, & ipsam combusit, & magnam partem Romaniae devastans, Imperatoremque ipsum tristum, avidumque reliquens de mense Septembri Sotlius praedictus cum magno triumpho ad suum Regem Guillelmum in Sicialiam versus est.
GUGLIELMO II. Suo Figlio, e Successore le stesse forze Marittime sostenne; tantochè nel 1176. chiesta ad Arrigo II. Re d’Inghiltera per Isposa Giovanna sua Figlia, in saperne l’accordo colla di lei mossa dalla Gran Brettagna; spedì all’incontro degni Personaggi con 25 Galee, al dire di Romualdo Salernitano.
Il divisato Giannone parlando dello stesso Sovrano dice. “Guglielmo in quest’Anno 1185. ragunò una buona, e grand’Armata, e ci ordinò Capitano il Conte Tancredi, che fu il IV. Re di Sicilia, inviandolo a danni della Grecia sotto la scorta di Margaritone suo Ammiraglio, il quale prese, e saccheggiò DURAZZO, e TESSALONICA”.
Onde nel riferito Discorso del Mare Adriatico non tralascia di dire. “E fu ne’ tempi di questi Re Normandi così grande la loro Potenza in Mare, che non vi era Lido, o Porro ne’ loro Dominj, che non avessero questi ancora altri Ufficiali minori a loro subordinati; alla cura de’ quali si apparteneva la costruzione de’ Vascelli, e delle Navi, e di riparargli, e disporgli per mantenere libero il COmmercio; e di tenere i Porti in sicurezza, e ciò in tutta l’estenzione de’ loro Reami, e in tutt’i lati marittimi.

SE però i nostri Normandi dilatarono il Dominio nella Grecia, e nell’Africa, FEDERICO II. Svevo loro successore, e Imperadore lo distese in Asia, mentr’ebbe per Moglie Jola, unica figlia di Giovanni di Brenna Re di Gerusalemme colla dote dello stesso Reame; unde contigit, ut deinceps Siciliae Reges, etiam Hyeusalem Reges indigitarentur, al dire di Arrigo Spondano in Actuario Cronologico anno 1221.
Ma perchè uquando si contrasse un tal Matrimonio, già trovavasi quella Monarchia inondata da’Saraceni, sotto il divistato Re Giovanni; fu costretto lo Svevo nostro Sovrano di passare in Terra Santa l’Anno 1228. con una poderosissima Armata Navale per riacquistare quella occupata Regione, come seguì; quindi ricuperati varj Luoghi della Padestina colla Città di Gerusalemme, quivi ne venne Coronato Re, portando da allora il titolo segunte: Federicus II. Romanorum Caesar semper Augustus Italicus, Siclus, HYEROSOLIMITANUS Arelatensis.

 

 

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