Bonaparte sul Gran San Bernardo

A guida dell’esercito francese, Napoleone attraversò le Alpi nel maggio del 1800 e passò il colle del Gran San Bernardo incontrando i religiosi dell’ospizio istituito da San Bernardo da Mentone. La narrazione dei fatti è tratta da “Peregrinazione al gran San Bernardo, Losanna, Friburgo…”, opera di Giacinto Amati .

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L’ospizio del Gran S. Bernardo passò anch’esso fra non poche vicende dei tanti secoli; piantato però non solo, ma perennemente dalla sua origine, e sin a noi alimentato da quella carità che forma la base di tutta la legge divina, e che dà incremento alle umane istituzioni, trionfò di tutte le opposizioni della forza e dello spirito ; e la croce di redenzione, la vera religione, pura qual’ è ne’ suoi dogmi, inconcussa rimase su quell’alpestre giogo, sebbene circondata dall’ eresia, e minacciata da feroci eresiarchi.
Napoleone istesso spinto da politiche considerazioni e da altro mal consiglio, decretò nel giorno 25 aprile 1810 la generale soppressione di tutte le corporazioni esistenti nei suoi stati di Francia e d’ Italia, rovesciando con un tratto di penna l’opera di tanti secoli. Ma dall’ universale sterminio, quasi nell’ arca del buon Noè, salvò i canonici regolari Agostiniani del Gran S. Bernardo ed uniti, benemeriti di avere colla guida, coll’ajuto e colla prestazione d’ogni genere di quella pietosa corporazione fatta passare da quel sito d’ eternale inverno , l’ armata di riserva forte di 30mila e più uomini.
Nè qui sarà discaro ai leggitori di conoscere alcuni particolari da me raccolti, i quali segnalarono l’ arrivo sul monte Gran S. Bernardo dell’ esercito guidato dallo stesso sommo capitano.
Avea il primo console Bonaparte fatto precedere all’ arrivo dell’ armata francese l’ ordine di allestire quanto si rendea necessario alle militari sussistenze nel modo però il più compatibile con quella deserta località. Ma il sommo duce dovette colà giunto manifestare la sua sorpresa , trovando tra gli orrori di quei ghiacci imbandita la refezione ed il foraggio al suo esercito di riserva.
Al villaggio di S. Pietro… il primo console fece smontare venti cannoni , occupando sessantaquattro soldati per trascinare ciascun pezzo sino all’ alta sommità del S, Bernardo, oltre gli altri impiegati a condurre i muli ed i cavalli, ed a far passare dal giogo le casse, i cannoni, i trogoli, gli obici, i carretti ruotati, e quegli sdruccevoli, le lettighe, le bardature e tant’altri militari attrezzi.
L’ allegrezza del soldato colà giunto fu estrema, non meno per la superata fatica, che per aver trovato l’inaspettata inbandigione ed il ristoro alle stanche forze. Ogni soldato ebbe abbondante razione di pane, formaggio e vino, somministrato tutto a cura di quei buoni e pietosi sacerdoti.

Il primo console volle essere dettagliatamente informato da quegli ottimi ospiti intorno a tutto ciò che ha rapporto all’ospizio, al passaggio annuale de’ forestieri , al loro trattamento ed ai mezzi necessarj, e ne esternò sentimenti di alta venerazione. Soggiunse , che a lui pure era ben nota la loro paziente carità, e che avrebbe preso cura di quell’ utile instituto. Disse che scendeva in Italia per ristorare la religione, per prestare assistenza ed onore al Papa : che in Francia avrebbe ricondotti i vescovi alle loro sedi; restituiti i pastori al gregge di Cristo, stati dispersi dalla rivoluzione ; ch’ egli avrebbe fovoreggiato il clero che tanta parte tiene al ben essere della società, e simili altre cose.
Mi si disse anche, che il primo console non lasciò di fare apparire i segni del suo valore , del suo coraggio e della manifesta protezione che alle sue imprese il cielo accordava.
Parlò della pace, e sembrava che fosse l’unico scopo della guerra. Ma gli eventi ben diversamente lo dimostrarono ; e se la pace fosse stata base delle sue grandi militari imprese , Napoleone avrebbe regnato! Tutto ciò si eseguì nella breve ora accordata dal gran capitano al riposo ed al ristoro del suo esercito, che nel giorno 24 fiorile, anno VIIi, era francese, 14 maggio 1800, superava il Gran S. Bernardo insieme ai generali, Murat, Berthier, Marmont , Dupont, Vignolle, Hullin , Victor, Vatrin , Lechi e Gardanne.
Accomiatandosi il primo console, diresse a quei Canonici Regolari parole di benevolenza, riponendo, come disse, in loro ogni fiducia perchè la discesa fosse guidata senza tema d’ inganno, le quali ultime parole le espresse con tronco accento, sebbene l’ assicurazione ricevesse dal priore e dai canonici, che additavangli la fedeltà di quei grossi e fedelissimi cani. L’esercito discese felicemente il giogo, e nello stesso giorno andò ad acquartierarsi a Etroubles.

 

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