I senussi

Il principale ostacolo che trovò l’esercito italiano in Libia, in special modo in Cirenaica, fu sicuramente rappresentato dalla confraternita dei Sinussi dello sceicco Sidi Mohamed Scerif.


Lo sceicco Sidi Mohamed Ben Ali, di origini algerine, apparteneva alla tribù degli Hatatba Es Senussi, e si riteneva diretto discendente di Maometto. Intorno al 1830 organizzò una “zavonia”, ovvero una confraternita, religiosa e armata, con tanto di convento, destinata al presidio della Mecca affinchè le strade fossero più sicure, ma al contempo dedita anche alla diffusione dell’Islam. Successive zavonie si diffusero in tutto il Nord Africa, e Sidi Mohamed ebbe un ruolo chiave nella conversione dei nomadi dei deserti libici.

A Tripoli, a Bengasi, a Derna, ovunque sorsero zavonie. Il centro di tutte fu a lungo Giarabub, dove Sidi Mohamed morì nel 1859. La sua eredità fu raccolta dal maggiore dei suoi figli Sidi Mohamed El Madhi che accrebbe il numero di adepti. Fu a lui che si devono i principali attacchi agli esploratori europei nel Nord dell’Africa in quegli anni, il Beurmann, il Decken, il Sink, il colonnello Flatters… Alla morte di El Madhi, prese il suo posto il nipote Sidi Mohamed Scerif. Al momento in cui l’Italia mise piede in Libia era lui il capo effettivo del deserto che si estendeva da Giarabub a Ghadames, al Fezzan, nella Cirenaica e nell’Uadai.

I conventi dei senussi racchiudevano una scuola, una moschea, un’ospizio per i viandanti, dei giardini e degli spazi destinati all’allevamento di bestiame. Il capo Sidi Mohamed Scerif, nella sua residenza di Cufra, aveva mille uomini a cui si sommavano circa 130 zavonie sparse tra Africa ed Asia turca. In quella di Cufra vi affluivano anche tanti pellegrini che ritenevano Sidi Mohamed Scerif un santo. In effetti egli stesso si riteneva l’uomo destinato da Dio alla vittoria dell’Islam. Ma questo movimento, nella sua eterodossia, non era solo avverso ai cristiani, lo era anche nei confronti dei turchi, accusati di aver sottratto il primato arabo del Califfato. A loro volta i turchi consideravano i senussi nient’altro che una setta in un territorio di loro sovranità. Istanbul, nel 1908 inviò ai senussi un’ambasciata al fine di stabilire pacificamente a Cufra un presidio militare, ma Sidi Mohamed Scerif rispose sequestrando tutti i beni dell’ambasceria e rispedendo ad Istanbul su un somaro l’inviato ottomano.

Dal 1902 al 1913 i senussi combatterono l’espansione dei francesi nel Sahara algerino e gli inglesi in Egitto, poi volsero le loro armi contro l’Italia e la Guerra Italo-Turca divenne un conflitto nel conflitto perchè i senussi, ostili agli ottomani, aprivano occasionali momenti di cooperazione con l’una e l’altra parte in guerra. Nel 1913, Sidi Mohamed Scerif accettò gli italiani e provò a guidare un’aggressione militare all’Egitto, fallì e si rifugiò a Pola, allora territorio asburgico. Nel frattempo le zavonie in Cirenaica si sottomisero all’Italia. Negli anni Venti però tornarono a guerreggiare contro l’esercito italiano, guidati da Omar al-Mukhtar, che venne infine catturato a Cufra e impiccato.

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: R. Michelozzi, I Senussi della Libia, Gesù e l’Islam

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