Il mondo di Marin Sanudo il Vecchio

Nei grandi studi geografici, sin dal  Trecento, si distinse la famiglia veneziana dei Sanudo. Fra le loro opere, anteriori d’oltre un secolo a quelle più noti di Andrea Bianco e Fra Mauro, ambedue veneziani, ci sono le mappe del 1320 realizzate da Marin Sanudo il Vecchio.

Sanudo, sin da giovane, lavorò in Oriente per gestire la rete di commerci della sua famiglia, quella che aveva fatto le sue fortune con Marco Sanuto, protagonista della Quarta Crociata, fatto duca di Nasso. Marino fu in quella che chiamò “Romania”, le terre dell’Impero d’Oriente. Visse nella Morea, visitò pure Cipro e Rodi, le coste siriane, quelle egiziane, fu ad Acri, Alessandria e Costantinopoli. Deluso dalla caduta di San Giovanni d’Acri, tentò pure di organizzare una crociata, ma nessun potente l’ascoltò.

Sviluppò dettagliati piani, progettò di usare il commercio per mettere in ginocchio l’Egitto, totalmente dipendente dalle importazioni europee, e poi guidarne l’invasione con l’aiuto dei tatari mongoli dell’Asia. Conquistato l’Egitto, la flotta cristiana avrebbe soggiogato le rotte commerciali dell’Oceano Indiano.

Presentò le sue idee nel Secreta fidelium Crucis, un’opera accompagnata da mappe opera del grande disegnatore di portolani Pietro Vesconte, cariche di precisi dettagli e paini di Gerusalemme e San Giovanni d’Acri. Riscontrato il disinteresse di papa Clemente V, mandò anche una copia dei suoi lavori al re di Francia ma non ricevette risposte.

La raffigurazione del mondo di Marin Sanudo il Vecchio riproduce le idee dell’età classica mescolandole a quelle medioevali, i concetti greco-romani uniti a quelli cristiani e musulmani. L’idea di Marino Sanudo fu sempre quella di risvegliare uno spirito crociato, di riarmare la Cristianità contro l’Islam. Ed era questa un’idea realmente veneziana perchè proprio in quegli anni gli arabi si spingevano con successo nel Mediterraneo Orientale dove Venezia aveva fondato il suo impero commerciale.

Così essenzialmente l’Africa è quella orientale, la costa di ponente è approssimativa, come se non avesse importanza. Il mar Rosso ed il Golfo Persico, l’Anatolia, sono assai meglio riprodotte ed appaiono centrali nel globo. Si potrebbe persino pensare che Sanudo presentisse quella circumnavigazione dell’Africa che, a partire dal 1497, aprì l’Oceano Indiano ai portoghesi, intaccando i destini delle bandiere di San Marco, e che, al suo tempo, già spingeva i genovesi verso l’Atlantico. L’opera in questione assume allora uno spiccato senso politico, risponde agli interessi materiali di Venezia, è una raffigurazione tutta concentrata attenta al mondo veneziano.

 

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Fonte foto: dalla rete

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