La guerra del 1630: Mantova saccheggiata, Monferrato imbattuta

La Guerra di Successione di Mantova (1628-1631) fu un conflitto sviluppatosi all’interno della più ampia cornice della Guerra dei Trent’anni. Il suo casus belli fu la rivalità tra i vari eredi possibili dopo l’estinzione della linea maschile principale del Casato dei Gonzaga nel dicembre 1627. I fratelli Francesco IV (1612), Fernando (1612-1626) e Vincenzo II ( 1626-1627), ultimi tre Duchi Gonzaga, erano morti senza lasciare eredi legittimi. Mantova era un ducato in vassallaggio al Sacro Romano Impero cui era collegata una regione ad est del Piemonte, il Monferrato, ricevuto dai Gonzaga come dote della moglie di Federico II Duca di Mantova. Entrambi questi territori furono travolti dalle mire di Francia e Spagna nel 1612.

Il 22 dicembre di quell’anno, infatti, il Duca Francesco III Gonzaga, V Duca di Mantova, appena ventiseienne, morì di vaiolo. Erano trascorsi dieci mesi dalla morte di suo padre Vincenzo I. A prendere il potere fu Ferdinando, fratello minore di Francesco, dopo aver rinunciato al cappello cardinalizio. Questi regnò fino al 1626, tenendo al proprio fianco la piccola nipote Maria, di appena tre anni, figlia di Francesco III e di Margherita di Savoia. Francesco aveva infatti seguito un disegno politico di pacificazione sposando la figlia di Carlo Emanuele I di Savoia, la casata più bellicosa del Nord Italia e quella più bramosa di accaparrarsi il Monferrato. Alla sua morte, Margherita scappò in Piemonte mentre sua figlia Maria, esclusa dalla successione perchè donna, resta a Mantova in ostaggio.

Ferdinando morì ugualmente senza discendenza, il 30 ottobre del 1626. Toccò dunque all’ultimo fratello, Vincenzo II, divenire Duca di Mantova, sempre però dopo aver rinunciato ad essere cardinale di Santa Romana Chiesa.
Vincenzo non ebbe figli però prese provvedimenti per garantire la sua successione al Ducato tentando di evitare quanto si era verificato un decennio prima con la Guerra del Monferrato. Così organizzò il matrimonio tra la nipote Maria Gonzaga e Carlo, Duca di Rethel, figlio di uno dei suoi lontani parenti francesi, Carlo di Nevers, discendente di quel Ludovico, quartogenito di Federico II Gonzaga, che grazie al matrimonio con Enrichetta di Cleves era entrato in possesso delle contee francesi di Nevers e Rethel. I ragazzi, entrambi di diciotto anni, celebrarono le loro nozze il 26 dicembre del 1627. Vincenzo II era morto il giorno prima, dopo aver firmato un testamento in cui nomina Carlo suo erede “et in difetto di lui li figli di quello”.

Il matrimonio scatena l’ira degli spagnoli ma non solo. L’Imperatore Ferdinando II, oltre ad aver l’ultima parola su Mantova, era pure stato sposato per cinque anni con la sorella di Vincenzo, Eleonora di Mantova, dunque qualche diritto successorio riteneva d’averlo. Ciò che più gli premeva, però, non era tanto integrare la piccola Mantova all’Impero, ma impedire che un duca filo francese come Carlo di Nevers, personaggio eminente della Corte di Francia, si installasse nel Nord Italia. Scelse dunque di proclamare Duca di Mantova un Gonzaga d’un ramo secondario, Cesare II Gonzaga di Guastalla.
Nel frattempo però gli spagnoli, ansiosi di recuperare Mantova, s’erano alleati con Carlo Emanuele di Savoia ed avevano iniziato a dividersi i territori di Mantova e del Monferrato.

Nel 1628, Carlo Emanuele guidò il suo esercito all’occupazione di Alba e di Trino, conquistò il Monferrato bloccando il Duca di Rethel a Mantova. Luigi XIII, preoccupato per quanto stava accadendo ed intenzionato a far valere i diritti francesi, attraversò le Alpi e dilagò in Piemonte. Il 18 marzo 1630 liberò Casale da un assedio spagnolo mal condotto, il 30 prese Pinerolo, poi con un accordo, portò dalla sua il Duca di Savoia. Nel frattempo le truppe imperiali avevano posto d’assedio Mantova e a nulla era valso l’impegno del Duca di Nevers a guidare la resistenza. Caddero Canneto e Viadana, la difesa del Serraglio si esaurì in pochi giorni e nell’ultimo scorcio di ottobre le truppe mantovane si ritirarono dentro la città ben presto divorata dalla peste. Si contarono in quel periodo tra i 200 e i 250 morti al giorno, poi con un colpo di mano gli imperiali riuscirono a penetrarvi ed a saccheggiarla.

Il 6 aprile del 1631, con il Trattato di Cherasco, l’Imperatore riconobbe il possesso di Mantova al Duca di Nevers, la Francia mantenne il controllo della fortezza di Pinerolo e il Duca di Savoia tenne per sé parte del Monferrato. Gli spagnoli, invece, palesando enormi difficoltà politiche e militari, non erano riusciti a portare a casa una vittoria. Casale Monferrato s’era pure fatta beffe di loro coniando monete con la scritta: “Non timeo, non retrogradior”.

 

 

 

Bibliografia: G. Vigna, Storia di Mantova; R. Quazza, Mantova attraverso i secoli; B. Arrighi, Storia di Mantova e sua provincia

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