L’opera di San Francesco Saverio ed il Regno del Portogallo

Il Regno del Portogallo e la Compagnia di Gesù iniziarono nel 1541 una collaborazione volta ad evangelizzare l’India. Questa collaborazione non trovava però comunione di obiettivi perché, se la Corona voleva subordinare le comunità locali a Lisbona con la conversione religiosa, i gesuiti volevano solo salvare le anime dei nativi col battesimo.


Il Portogallo era emerso, come regno indipendente, in un contesto europeo caratterizzato dallo spirito di crociata contro l’infedele, il musulmano che aveva occupato quella terra. Così ragioni politiche, economiche e religiose si mescolarono sin dalla sua fondazione. La proiezione portoghese all’esterno, anzitutto in Africa, poi nelle Indie, portò questo segnò. Per la stessa ragione il navigatore fu scopritore, conquistatore ed evangelizzatore. A ragione Pio XII scrisse che la fede fu la “linfa vitale che che alimentò la nazione portoghese fin dalla culla, così fu, se non l’unica, certamente la principale fonte di energia, che elevò la vostra patria all’apogeo della sua gloria di nazione civile e nazione missionaria, «espandendo la fede e l’impero». Lo riferisce la storia e i fatti lo attestano” (Lettera al Cardinale Patriarca di Lisbona e a tutti i prelati portoghesi nell’VIII centenario della fondazione del Portogallo).

In una delle sue lettere dall’India, San Francesco Saverio lamentò quanta distanza ci fosse tra le due posizioni. Iniziò citando l’assenza di portoghesi nelle aree più povere e ricordando che nell’entroterra “non parlano portoghese, perché la terra è estremamente sterile ed estremamente povera”. Il santo si accorse che i portoghesi erano presenti solo nelle regioni ricche e ciò non coincideva con i piani di evangelizzazione dei gesuiti. Riferendosi a Cochim e Goa, scrisse: “in queste città tutte le cose sono in abbondanza, come in Portogallo, perché sono popolate da persone portoghesi … ci sono molti medici e medicine, che mancano dove i portoghesi non vivono”.

Il Regno del Portogallo, che avrebbe dovuto essere il principale sostegno dell’evangelizzazione, diventò il suo principale ostacolo, così il santo tentò di evitare che la sua opera fosse confusa con il potere portoghese. Quasi provò a far sì che la Compagnia di Gesù monopolizzasse ogni rapporto con i nativi. Era poi molto sentita la questione della giustizia perché San Francesco Saverio trovava molto difficile convertire con l’esempio corrotto dei funzionari cristiani portoghesi.

Secondo padre Giovanni de Lucena “in tutta la Costa de Pescaria, i poveri benché cristiani erano maltrattati dagli ufficiali del Re, senza rispettare padre Francesco, i cui ricordi e rimproveri potevano essere loro utili… a Goa sono favoriti i bramini…”. Le critiche al Regno del Portogallo furono spesso espresse in lamentele sul comportamento dei funzionari statali anche da San Francesco Saverio: “Il maltrattamento che capitani e sorveglianti fanno di coloro che si convertono è duro, è una specie di martirio…”.

Tuttavia è innegabile che il rapporto con la Corona fu sempre dai gesuiti salvaguardato, né poteva essere diversamente perché era lo stato portoghese ad assicurare loro protezione nelle missioni e, in qualche modo, a garantire loro autorevolezza presso i nativi: immediatamente dopo un attacco da parte dei musulmani contro i cristiani Costa de Pescaria, San Francesco Saverio scrisse al governatore e fu subito soccorso da un’armata che punì gli assalitori. Così nelle lettere del santo, oltre ai numerosi riferimenti legati all’attività missionaria, troviamo passaggi che ci fanno conoscere un Francesco Saverio più distante dall’immagine dell’infaticabile soldato cristiano nella lotta contro l’idolatria, contengono infatti anche manifestazioni di rassegnazione alla situazione esistente.

Il santo però non si diede mai per vinto e continuò nella sua opera. Può ben affermarsi che il cristianesimo portoghese nelle colonie fiorì perché si ritagliò il suo spazio anche contro l’arbitrarietà e l’arroganza del potere politico nonché contro la condotta morale degli stessi conquistatori.

 

 


Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: P. Lage Reis Correia, O Conceito de Missionacao de Sao Francisco Xavier

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