Lo stemma di Napoli

Che i colori dello stemma della città di Napoli richiamino quelli della bandiera spagnola, la “rojigualda”, è ovvio a tutti perchè c’è il rosso e l’oro. Quale è però il legame tra essi?

I colori dello stemma di Napoli risalirebbero con certezza almeno all’età aragonese e tuttavia una miniatura dei Regia Carmina, opera in versi della prima età angioina, già mostra un vexillifer con una bandiera gialla e rossa. Un altro documento che avvalora questa tesi è un Portolano, carta nautica con elenco dettagliato dei porti di una determinata regione, disegnato da Angelino Dall’Orto intorno al 1330, almeno un secolo prima della conquista aragonese, in cui su Napoli appare una bandiera bicromatica gialla e rossa.

Summonte sostiene che questi furono i colori con i quali vennero accolti in città l’imperatore Costantino e sua madre Elena nel 324, in alternativa veniva ritenuto essere l’emblema delle lotte combattute all’epoca del ducato contro il Principato di Benevento eppure queste tesi furono già dichiarate infondate dallo storico Bartolomeo Capasso. Non possiamo che convenire con lui nel dire che non esistono documenti che possano testimoniarci l’origine di questo scudo troncato d’oro e di rosso: “Lo stemma della medesima presa complessivamente era un campo bipartito retto, oro e porpora (giallo e rosso), sormontato da una corona ducale. I nostri scrittori si sono ingegnati di trovarne l’origine ed il significato, ma le loro congetture non hanno fondamento alcuno. Altri invece han creduto che il cavallo sfrenato fosse stato la prima insegna della città, poscia mutata in quella sopra descritta. Essi però confondono, a quanto pare, lo stemma dei sedili di Capuana e Nido con quello dell’intero Comune, e non adducono poi alcuna ragione o documento che giustifichi la supposta mutazione. D’altronde i monumenti più antichi che abbiamo non offrono altro stemma che quello adoperato nei tempi successivi, e la identità di esso con quello che ha il capitolo metropolitano dà qualche argomento a supporre la contemporanea e quindi remota origine di ambedue” (B. Capasso, Catalogo ragionato dei libri, registri e scritture…).

È voce priva di fondamento anche quella che vorrebbe lo stemma di Napoli all’origine della bandiera spagnola. Si sostiene che il sovrano Carlo di Borbone, lasciata la città per essere salutato a Madrid re di Spagna, continuasse a sentire verso Napoli un legame così profondo tale da portarlo ad adottarne i colori cittadini per la bandiera spagnola, eppure gli archivi del Museo Navale di Madrid conservano i documenti originali contenenti i numerosi progetti di bandiera che furono analizzati da Carlo di Borbone ed in essi Napoli non c’è.

Il sovrano intese infatti adottare una nuova bandiera affinché quella completamente bianca, tipica dei Borbone, non potesse dare adito a confusioni nelle battaglie navali, dopo una serie di incidenti avvenuti tra navi inglesi e navi spagnole. La bandiera rossa e gialla fu scelta come bandiera della Marina spagnola tra 12 modelli concorrenti con un decreto regio perché usava i colori comuni ai regni d’Aragona e di Castiglia, ma soprattutto perché era facilmente distinguibile.

Ecco il decreto: “Para evitar los inconvenientes y perjuicios que ha hecho ver la experiencia puede ocasionar la bandera nacional de que usa Mi Armada Naval y demás Embarcaciones Españolas, equivocándose a largas distancias ó con vientos calmosos con la de otras Naciones, he resuelto que en adelante usen mis Buques de guerra de Bandera dividida a lo largo en tres listas, de las cuales la alta y la baja sean encarnadas y del ancho cada una de la cuarta parte del total, y la de enmedio, amarilla, colocándose en ésta el Escudo de mis Reales Armas, reducido a los dos quarteles de Castilla y León, con la Corona Real encima; y el Gallardete en las mismas tres listas y el Escudo a lo largo, sobre Quadrado amarillo en la parte superior. Y que las demás Embarcaciones usen, sin Escudo, los mismo colores, debiendo ser la lista de enmedio amarilla y del ancho de la tercera parte de la bandera, y cada una de las partes dividida en dos partes iguales encarnada y amarilla alternativamente, todo con arreglo al adjunto diseño. No podrá usarse de otros Pavellones en los Mares del Norte por lo respectivo a Europa hasta el paralelo de Tenerife en el Oceáno, y en el Mediterráneo desde el primero de año de mil setecientos ochenta y seis; en la América Septentrional desde principio de julio siguiente; y en los demás Mares desde primero del año mil setecientos ochenta y siete. Tendréislo entendido para su cumplimiento. Señalado de mano de S.M. en Aranjuez, a veinte y ocho de Mayo de mil setecientos ochenta y cinco. A. D. Antonio Valdés. Es copia del Decreto original. Valdés”.

Era il 28 maggio 1785, con Isabella II la “rojigualda” diventò poi la bandiera dell’esercito e solo un decreto del 1843 la rese infine bandiera nazionale.

 

 

 

Autore: Angelo D’Ambra

Fonte foto: dalla rete

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