Ludovico II Gonzaga, Marchese di Mantova

Primogenito di Gianfrancesco e di Paola Malatesta, Ludovico III Gonzaga, II Marchese di Mantova, nacque il 5 giugno 1412.

Ottenne l’investitura del marchesato di Mantova dall’Imperatore Federico III nel 1445.

Cercò di ritagliare per il suo casato un ruolo autonomo tra Milano e Venezia, muovendosi, tra alleanze e guerre, con Visconti, Sforza e Dogi, col sogno di espandere i suoi possedimenti alle terre di Lonato, Peschiera e Asola. La Pace di Lodi lo portò a frenare i suoi progetti espansionistici ed a portare le sue attenzioni sullo sviluppo, anzitutto culturale, della sua corte.

Le guerre

Ludovico III Gonzaga rinnovò le tradizioni militari che da sempre caratterizzavano la famiglia servendo il Duca di Milano, Filippo Maria Visconti. Questi gli aveva affidato il comando di cento lance nella guerra di Toscana. Passò però tra le fila dei Veneziani, alleati di Firenze, nell’esercito guidato del capitano Nicolò Piccinino, e alla sconfitta di Barga del 1437, seguì per lui la prigionia da cui tornò in libertà con una lunga barba che gli valse l’appellativo di “Ludovico il Turco”.

Partecipò, ancora contro Milano, alla lega dei Veneziani e Fiorentini che pretendeva di impadronirsi di Bologna e Cremona. Morto il Duca di Milano, ultimo del suo casato, nel 1447, Ludovico proseguì nella guerra contro i Milanesi governati del nuovo duca Francesco Sforza.

Sotto le insegne di Alfonso d’Aragona sfondò in Lombardia, ma il Duca di Milano lo portò tra le sue fila con la promessa delle agognate Lonato, Peschiera e Asola, ex terre mantovane in possesso di Venezia. Quest’ultima replicò saccheggiando Castiglione delle Stiviere e ingaggiando Carlo Gonzaga, fratello di Ludovico. Nella battaglia di Villabona i due si affrontarono e Ludovico ebbe la meglio: a poca distanza da Goito, le loro armate si scontrarono. Era il 14 giugno del 1453 e Carlo fu costretto a riparare a Ferrara.

La Pace di Lodi costrinse Ludovico a restituire tutti i territori conquistati e a rinunciare definitivamente alle tre città. Ricevette, però, le terre di suo fratello dopo la morte senza figli di quest’ultimo nel 1450.

Il mecenatismo

Ludovico III Gonzaga si distinse per il valore militare, ma si mostrò anche attento governatore, capace sempre d’accordare grande importanza alle lettere e all’arte. Alla sua corte accolse grandi ingegni ed esponenti dell’umanesimo come il Platina e Francesco Filelfo, Andrea Mantegna, che dipinse la famosa Camera degli Sposi nel Castello di San Giorgio di Mantova, e Leon Battista Alberti, architetto della Basilica di Sant’Andrea Apostolo. Fece costruire il Naviglio di Goito dall’ingegnere milanese Bertola da Novate, mentre Luca Fancelli fu a capo di uno stuolo di architetti e scultori cui il Duca commissionò bonifiche, canalizzazioni, la fortificazione delle dimore ereditate e la costruzione del Palazzo Ducale di Revere, del Palazzo Gonzaga-Guerreri di Volta Mantovana, di Corte Ghirardina a Motteggiana. Sempre il Fancelli si occupò anche dell’Ospedale Grande di San Leonardo, eretto allo scopo di dotare la città di un unico grande ospedale per il ricovero e la cura dei malati che, precedentemente, venivano ospitati in vari ospizi sparsi per la città.

Al Duca si deve pure la diffusione della coltivazione dei gelsi nel Marchesato.

Ospitò il Concilio a Mantova, tra il 1459 ed il 1460, e ricevette come ricompensa da Papa Pio II l’onorificenza della Rosa d’Oro. Ad essa, nel 1474, affiancò l’Ordine dell’Elefante per volere del re Cristiano I di Danimarca.

Vita privata

Si è già detto del suo scontro col fratello Carlo. La rivalità era sorta già nel 1436 quando, con gran clamore, il Marchese nominò suo erede Carlo e non Ludovico. Più tardi Gianfrancesco cambiò idea ma tra i due fratelli l’odio non tramontò. A Carlo vennero tolte le terre di Luzzara, Sabbioneta, Bozzolo, San Martino dall’Argine, Gazzuolo, Viadana, Gonzaga, Reggiolo, Isola Dovarese e Rivarolo. Egli, Come capitano di ventura, in virtù dei servigi resi agli Sforza, venne nominato nel 1448 podestà di Asola; si schierò infine con la Repubblica di Venezia per riprendersi con le armi le terre del fratello ma fu sconfitto a Villabona. Prima dello scontro, Carlo era pure stato incarcerato dallo Sforza e liberato solo grazie all’intervento da Ludovico, con l’esborso di 60.000 fiorini d’oro e l’esproprio di alcuni territori posseduti da Carlo.

Ludovico sposò Barbara Hohenzollern, figlia di Giovanni l’Alchimista, elettore di Brandeburgo, e nipote dell’imperatore Sigismondo.

Morì nel Castello di Goito nel 1478, durante un’epidemia di peste, e fu sepolto nella Cattedrale di San Pietro a Mantova. Il suo testamento non fu mai rinvenuto e sua moglie, per evitare liti tra gli eredi, dispose la divisione dei territori fra i suoi cinque figli maschi Federico, Francesco, Gianfrancesco, Rodolfo e Lodovico.

A Federico toccò il Marchesato di Mantova; a Francesco e Gianfrancesco s’assegnò Sabbioneta, Viadana, Rivarolo, Bozzolo, Sammartino, Gazzuolo, Dosolo e Isola col patto che, mancando la prole maschile, l’uno avrebbe sostituito l’altro; a Rodolfo e Lodovico furon date Luzzara, Canneto, Ostiano, Redondesco, Castelgoffredo, Castiglione e Solferino allo stesso patto stabilito per i loro fratelli; la fortezza di Solferino però fu destinata al primogenito Federico; l’eredità di Francesco che divenne ecclesiastico e poi cardinale, passò a Gianfrancesco; pure Ludovico si avviò alla carriera ecclesiastica e divenne Vescovo di Mantova, quanto gli spettava passò a Rodolfo.

Dopo questa suddivisione, i Gonzaga non riunificarono mai i loro domini, considerandoli, rispetto a Mantova, terre minori, appannaggio dei rami minori della casata.

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: G. Vigna, Storia di Mantova; R. Quazza, Mantova attraverso i secoli; B. Arrighi, Storia di Mantova e sua provincia

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