Dalla Repubblica Ambrosiana a Francesco Sforza

Alla morte di Filippo Maria Visconti, il popolo proclamò eccitato la repubblica. Un’assemblea di cittadini ed un Consiglio dei Novecento si posero alla guida dell’intero stato. Al contempo i veneziani si affrettarono alle porte della città per provare ad approfittare dell’instabilità politica. Gli avvoltoi non mancavano perché Ludovico di Savoia, Carlo d’Orleans e Alfonso d’Aragona, ciascuno con le sue ragioni, si proclamarono titolari di Milano. A difendere la repubblica da tante bramose mire fu chiamato Francesco Sforza.

Questi riconquistò San Colombiano, Pavia, Piacenza, sconfisse i veneziani a Treviglio, Cassano, Casalmaggiore e Caravaggio in una sequenza ininterrotta di vittorie che impensierì gli stessi milanesi i quali lo sostituirono con Carlo Gonzaga, fratello del Marchese di Mantova. Sforza si vendicò facendo pace con Venezia ed occupando Abbiategrasso, Novara, Vigevano, Tortona, Alessandria e Parma per poi accerchiare Milano che nel frattempo era precipitata nel caos amministrativo. Sforza prese anche Monza, completando l’accerchiamento di Milano, ed alla città non restò che porre fine alla Repubblica Ambrosiana e concedere al condottiero il titolo di Signore.

Francesco entrò a Milano il 26 febbraio 1450 distribuendo pane e denari, ma di lì a poco arrivò in Italia l’Imperatore Federico III che si rifiutò di riconoscergli il ducato. Ciò incoraggiò veneziani e napoletani alla guerra. Scrive il Macchiavelli che si ebbero “vari ma deboli accidenti e pochi degni di nota”, del resto mentre i principi d’Italia si facevano la guerra, Costantinopoli cadeva in mano ai musulmani di Maometto II. Papa Nicolò V riuscì a imporre la concordia in nome dello sconcerto suscitato dai turchi ed allora Milano e Venezia siglarono la Pace di Lodi, il 9 aprile del 1454, ad agosto si allearono pure con Firenze e Napoli.

La Lega rese possibile per i bellicosi Stati italiani un periodo di pace durato fino alla discesa di Carlo VIII di Francia nel 1494. In questo lungo periodo, Francesco Sforza riuscì a stabilizzare i rapporti di Milano con gli altri potentati della penisola e fece sposare sua figlia Ippolita con Alfonso, duca di Calabria e principe ereditario. Il rapporto con l’Imperatore non fu mai ricucito mentre quello con la Francia sì: nemico giurato di Carlo VII, sostenitore delle pretese su Milano della casa degli Orlèans in quanto discendenti di Valentina Visconti, Francesco Sforza stipulò con il futuro Luigi XI di Francia, erede al trono francese ma in pessime relazioni con il padre, un trattato in base al quale Milano l’avrebbe aiutato nella conquista del trono in cambio della rinuncia ad ogni pretesa in Italia.

Francesco da governatore promosse la cultura, difese i letterati come Francesco Filelfo, Pier Candido Decembrio ed il bizantino Costantino Lascaris, provvide pure alla biblioteca di Pavia ed incoraggiò musica e poesia. Morì l’8 marzo del 1466 e il potere passò a suo figlio Galeazzo Maria Sforza.

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: A. Bosisio, Storia di Milano; AA.VV., Storia di Milano, Fondazione Treccani degli Alfieri; C. de’ Rosmini, Istoria di Milano

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