Ferrante Gonzaga e la sua idea di impero

Figlio terzogenito del Marchese di Mantova, Francesco II e di Isabella d’Este, Ferrante Gonzaga fu il capostipite dei Conti di Guastalla e uomo di fiducia di Carlo V.

Mandato in Spagna a soli 16 anni, servì l’Imperatore e poi suo figlio Filippo II, guidando campagne militari e assolvendo importanti comiti amministrativi. Fu infatti Viceré di Sicilia dal 1535 al 1546, anni di grande laboriosità nel sistema di fortificazione isolano, e poi fu Governatore di Milano, sino al 1554.

Era stato inviato presso Carlo V con lo scopo di stringere migliori legami con la Spagna dopo decenni in cui Mantova era stata alleata dei francesi. Suo fratello, il primogenito Federico, era stato posto al servizio di Francesco I, re di Francia, quando ancora non era chiaro che la buona sorte volgesse a favore della Spagna. Federico ora era succeduto al padre morto e l’astuta Isabella capì che sarebbe stato bene legarsi alla Spagna e abbandonare i francesi. Alla corte imperiale, Ferrante si occupò esclusivamente di guerra, scienza militare, armi, e, sul campo di battaglia, si guadagnò la stima di Carlo V.

L’idea che lo mosse fu sempre molto chiara e lungimirante.

Ferrante pensava all’Italia come bastione della Spagna nel Mediterraneo. Avrebbe quindi voluto che i Paesi Bassi fossero ceduti alla Francia in cambio del Piemonte affinché il Ducato di Milano fosse stato meglio difendibile.

La chiave di volta della politica europea era dunque il possesso del Piemonte. Propose per questo il matrimonio dell’Infanta Maria, figlia di Carlo V, con il principe di Piemonte, Emanuele Filiberto. La dote sarebbe stata costituita dai Paesi Bassi in modo che, alla morte dell’Imperatore, il Savoia avrebbe ricevuto i Paesi Bassi, mentre alla morte del Duca di Savoia, la Spagna avrebbe ricevuto il Piemonte.

Ferrante voleva nella Penisola uno stato potente, satellite della Spagna, che unificasse Piemonte, Lombardia, Bellinzona, Chiavenna e la Valtellina a nord, Parma e Piacenza, Siena e Lucca a sud.

Per concentrarsi sulla lotta al turco, consigliò pure a Carlo V di impadronirsi dell’intera costa berbera, per dominare il Mediterraneo centroccidentale, e di disfarsi dell’Impero, ricco ma diviso e difficile da reggere e tenere unito.

Dopo il Trattato di Crepy queste posizioni furono in più circostanze ribadite dal Gonzaga, che finì più volte isolato, forte solo del consenso del Duca d’Alba.

Dieci anni dopo, Carlo V scomparve dalla scena politica ritirandosi in un monastero dell’Estremadura, così come Ferrante Gonzaga che volle occuparsi del Ducato di Guastalla. Tuttavia le ultime decisioni dell’Imperatore, ovvero la separazione dei suoi domini con la consegna del Sacro Romano Impero a suo fratello Fernando e dei regni della corona spagnola a suo figlio Filippo II, presentano una sorprendente coincidenza con i programmi del Gonzaga. Probabilmente l’Imperatore si accorse tardi della giustezza delle osservazioni del fidato condottiero mantovano.

 

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

Bibliografia: R. Tamalio, Ferrante Gonzaga alla Corte Spagnola di Carlo V; F. Chabod, Il Ducato di Milano e l’Impero di Carlo V

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