Cluny ed il Sud Italia

Numerosi sono i legami tra la realtà monacale di Cluny e quelle del Sud Italia, non solo in campo architettonico.

L’Ordine Cistercense fu capace di esprimere una rinascita spirituale profonda nell’ambito delle comunità monastiche impostate sulla Regola di San Benedetto e pure una nuova scuola architettonica che ha lasciato grandiosi edifici religiosi in tutta Europa.

Il rinnovamento partì dal Cenobio di Cluny, sfociò nella fondazione di Citaux e Chartreux, e, con velocità sbalorditiva, raggiunse anche il Sud Europa ed il cenobio della Santissima Trinità di Cava.

Proprio Cava de’ Tirreni divenne il centro propulsore della rinnovamento cistercense in tutto il Meridione d’Italia.

Da qui il primo abbate, Sant’Alferio Pappacarbone, di famiglia longobarda salernitana, inviò in Borgogna suo nipote Pietro per conoscere più da vicino il movimento e ne restò entusiasta. In aggiunta Pietro in Francia si trovò così a suo agio che fu eletto guida spirituale per i novizi di Cluny, tra cui Oddone da Chàtillon, il futuro papa Urbano II. Pietro Pappacarbone poté pure fare amicizia con Roberto di Molesme e Bruno di Colonia, tutti e tre poi furono proclamati santi.

Oddone, sostò per qualche tempo proprio a Cava poi tornò a Cluny dove divenne priore. Papa Gregorio VII, nell’anno 1076, lo chiamò a Roma, nominandolo Cardinale di Ostia e Velletri e poi Legato Apostolico in Germania al Concilio di Quedlinburg. Tornato a Roma, dopo essere stato arrestato dall’imperatore Enrico IV, visse pure l’assedio degli imperiali a Castel Sant’Angelo. Il pontefice venne liberato da Roberto il Guiscardo nel 1078 e trasferito a Salerno. Poco prima di morire, volle proporre una terna di nomi da cui scegliere il suo successore. I nomi erano quelli di Desiderio, Abbate di Montecassino, Ugo de Die e Oddone da Chàtillon.  Venne eletto l’abbate cassinese col nome di Vittore III, ma, dopo brevissimo pontificato, in punto di morte a sua volta raccomandò il Cardinale Oddone. Nel conclave di Terracina, il 22 marzo del 1088, questi venne finalmente eletto papa con il nome di Urbano II. Passerà alla storia come il pontefice del Terzo Concilio di Melfi, quello in cui fu bandita la prima crociata.

Mentre il monaco Pietro Pappacarbone, dopo aver rinunciato al vescovado di Policastro ed essere stato per circa dieci anni l’abate di Sant’Arcangelo nel Cilento, era rientrato nel cenobio cavense divenendone abate e fondando l’Ordo Cavensis sul modello di Cluny, il suo confratello Bruno di Colonia, dopo aver seguito Roberto di Molesme fondando l’Abbazia di Citeaux, aveva eretto la Grande Chartreuse, la casa madre dell’ordine dei Certosini.

Bruno, come già Oddone, fu voluto a Roma in veste consigliere da Urbano II, poi ottenne di tornare interamente alla vita contemplativa. Lo poté fare in Calabria, a Vibo Valentia, dove il conte Ruggero I d’Altavilla gli offrì il terreno su cui fondò la Certosa di Serra San Bruno. Durante i lavori per la certosa, Bruno ricevette la visita di un giovane che veniva dalla Normandia. Aveva attraversato la Francia e l’Italia per conoscere di persona il fondatore dei Certosini, era il Beato Lanuino. Alla morte di Bruno, nel capitolo celebrato alla Certosa di Serra San Bruno, fu eletto maestro dell’ordine.

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

In copertina un angolo della Certosa di Serra San Bruno. Fonte foto: dalla rete

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Un pensiero su “Cluny ed il Sud Italia

  • 1 Dicembre 2018 in 10:57
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    mi sembra un po’ un pasticcio, all’inizio si mettono insieme Cluny e Cîteaux, quando il secondo nasce da una secessione del primo, e fra i due si sviluppa una polemica di un’asprezza che a noi sembra inconcepibile. Nel resto non si riesce a seguire l’ordine cronologico degli eventi.

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